Per protesta contro le ultime disposizioni governative, Pietro Demita, stilista titolare della Diamond Couture di Veglie (in provincia di Lecce), ha dato fuoco a nove abiti da sposa della sua ultima collezione primavera-estate.
Un gesto forte per protestare contro questa ingiustizia
E’ stato lo stesso stilista salentino, che produce artigianalmente abiti da sposa e da cerimonia, a far conoscere il suo gesto su Facebook, dopo aver bruciato i preziosi e voluminosi abiti nel retro del magazzino, in modo protetto su terreno privato. Il gesto di protesta messo in atto dallo stilista leccese, titolare di un atelier nel Salento, leader nella produzione di abiti da cerimonia ma costretto come tanti altri alla chiusura per le norme anti contagio che hanno sospeso anche i matrimoni: “Si tratta di un simbolo fortissimo di protesta che faccio a nome di tutti i produttori della mia categoria”.
Le parole dello stilista Pietro Demita
“Ho dato fuoco alle mie creazioni, al frutto del mio talento – spiega lo stilista – per dare un segnale forte di protesta nei confronti di uno Stato che ha ignorato il nostro mondo, quello del wedding. Nessuna data, nessuna citazione nelle ultime disposizioni governative riguardanti la Fase 2. Lo faccio a nome di tutti i produttori della mia categoria, ma anche a nome di tutti gli imprenditori che fanno parte del settore nozze, che sono tantissimi e che rischiano tutti di fallire, letteralmente”, ha spiegato l’uomo in un video pubblicato sui social. Per la fase due, nessun riferimento e nessun accenno da parte del Premier Conte e del governo al suo settore commerciale, colpito duramente dalla crisi, è questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso e lo ha spinto a dare fuoco alla collezione di abiti da sposa del suo atelier.
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