Quattro giorni di festa, divertimento e apprendimento.
Potrebbe essere la sintesi migliore per commentare la quarta edizione di Libando, viaggiare mangiando, il festival del cibo da strada che si è svolto nel cuore della Capitanata, a Foggia.
Ma questo non rispecchierebbe ciò che è realmente accaduto nei quattro giorni della manifestazione che ha accompagnato anche il trionfale ritorno in serie B della squadra di calcio cittadina, i satanelli rossoneri guidati da Giovannino Stroppa. Perché se ci fermassimo solo alla superfice di ciò che accade attorno a noi non riusciremmo a comprendere il senso più profondo di alcuni accadimenti.
In questo caso ciò che è dietro la superfice di questo evento, punto fermo e riferimento del palinsesto degli avvenimenti di Capitanata, è la capacità di proporre e promuovere un territorio in modo innovativo attraverso una delle attività più antiche dell’uomo: l’agricoltura.
Grani di Puglia è il titolo della manifestazione che rimanda direttamente alla terra e alle tecniche di coltivazione che, a partire da 23.000 anni fa, hanno cambiato il modo di vivere dell’uomo sul nostro pianeta. Grano duro di Puglia e le sue trasformazioni al centro della kermesse culturale, gastronomica e turistica che ha saputo catturare l’attenzione di centodiecimila persone equamente distribuite nei quattro giorni dell’evento. Sono state invece ottocento le persone impegnate a vario titolo a confezionare Libando e centotrenta i chilogrammi di farina utilizzati per i laboratori, i seminari e le master class che hanno ospitato chef affermati e riconosciuti dal territorio come Cinzia Mancini, Nazario Biscotti, Gianfranco Brescia, Peppe Zullo, Cristina Bowerman, Antonino Maresca, Leonardo La Catena e due campioni mondiali di pizza, Attilio Albachiara e Nino Pannella.
Il programma, vero e proprio percorso di conoscenza, si costruisce a partire da una mostra, Dal grano alla pasta, che aiuta a comprendere fin dall’inizio il tema che accompagna la gioiosa e colorata manifestazione popolare: il ruolo dell’agricoltura nella trasformazione socio economica della terra di Capitanata. Le origini di uno sviluppo economico che sarebbe potuto durare più a lungo se ci fossero state scelte politiche più oculate. Se non avesse vinto la linea della crescita a tutti i costi e di una globalizzazione salutata sempre come salvifica e curatrice di tutti i mali possibili. E invece in questi lunghi anni di crisi economica e di disagio sociale abbiamo scoperto che ciò che può far ripartire l’economia e fungere anche da ammortizzatore sociale è proprio un ritorno alle origini. Riflettere sulle proprie specificità e reinterpretarle con il supporto di una tecnologia ormai in grado di affrontare e risolvere qualsiasi problematica tecnica.
In questo senso far ripartire o supportare l’economia di un territorio come quello del Tavoliere delle Puglie puntando su un’attività primaria come l’agricoltura coniugandola al turismo e alle attività culturali è, certamente, una scelta felice.
Il programma di Libando, con la forza e l’ausilio dei numeri, disvela ciò che è sotto gli occhi di tutti, ma che in tanti non riescono a vedere. Ovvero che la promozione di un territorio ricco e vario come la provincia di Foggia ha tante potenzialità inespresse che solo il coraggio di idee innovative possono liberare. Soprattutto, nell’era digitale in cui tutto è sotto una perenne lente di ingrandimento e a disposizione di chiunque, ciò che realmente conta, non è più la finzione della pubblicità, tecnica di vendita ormai obsoleta perché inefficace, ma la proposizione continua di verità. Non è più questo il tempo in cui un magnifico Totò riusciva a vendere ad un turista ingenuo la Fontana di Trevi. Oggi si può vendere solo ciò che esiste davvero e che dimostra di resistere alla verifica dei fatti. In questo senso Libando ha proposto una delle possibilità per proporre un territorio, la Capitanata, attingendo direttamente dalla tradizione, ma modificandola attraverso processi culturali semplici da comprendere. La scelta di ri-partire dall’agricoltura come motore economico e sociale, identitario, di un territorio e su questa costruire percorsi culturali e turistici, dalla gastronomia al divertimento e allo svago.
E dunque mutatis mutandis, se si prova ad estendere questo concetto all’intera provincia di Foggia è intuitivo comprendere che avendo la possibilità di poter proporre in un’unica offerta mare, (le Isole Tremiti), turismo religioso, (il santuario di Padre Pio piuttosto che la Grotta dell’Arcangelo Michele), natura (Parco Nazionale del Gargano e Monti Dauni), la strada è stata segnata. Secondo aspetto non meno trascurabile, la capacità di lavorare insieme. Di unire più che dividere, di cooperare. Aver saputo tenere insieme un numero impressionante di persone, ricordiamo che sono state ottocento le persone coinvolte, è la testimonianza che insieme si può fare molto ed è anche l’unica strada percorribile se non si vuol restare schiacciati in una dimensione che non consente nessuna crescita.
Il ritorno alla terra e all’agricoltura è un tema comune a tutta l’Europa. Si ritorna alle origini per necessità e per passione, una scelta fatta, in buona parte, da giovani laureati che, finalmente, hanno compreso che è molto meglio percorrere una strada lunga e complicata ma che ti porta ad essere in rapporto e comunione con la natura piuttosto che deprimersi nel chiuso di un anonimo call center, una delle tante storture della modernità. Sta nascendo in questo modo, una sorta di agricoltura domestica che non è ancora propellente per un rilancio anche dell’economia, ma è un buon inizio.
Aiutare a far emergere queste nuove tendenze e dargli spazio è, nel tempo globalizzato che abitiamo, quasi una missione. In questo senso Libando ha centrato l’obiettivo, dimostrando concretamente la sua autentica vocazione contemporanea, interpretando alla lettera la visione che aveva avuto uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento.
«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».
I numeri di Libando 2017
- 110.000 presenze registrate
- 800 persone coinvolte
Le attività
- 7 Seminari
- 9 Masterclass
- 2 Mostre
- 3 Spettacoli per bambini
- 1 Convegno
- 1 Tavola Rotonda
- 12 Laboratori a tema
- 3 Performance di Street Art
Gli spazi e le strutture
- 7 Piazze coinvolte
- 7 Scuole Elementari coinvolte
- 2 Librerie
- 22 Bed&Breakfast occupati
- 1 albergo
- 23 Ristoranti Aspettando Libando
- 63 Gazebo e chioschi enogastronomici
Chi ha contribuito fattivamente
- 7 Sponsor ufficiali
- 10 Fornitori prodotti
Chi ci ha contribuito alla realizzazione
- 189 addetti alla somministrazione nei chioschi e nei gazebo enogastronomici
- 20 Giornalisti e Blogger
- 13 formatori dei Seminari
- 9 Chef
- 2 artisti spettacoli per bambini
- 240 bambini partecipanti ai laboratori
- 6 animatori area Libandino
- 4 esperti per la conduzione dei laboratori
- 11 ospiti (relatori e esperti del settore enogastronomico)
- 120 agenti di Polizia Municipale
- 42 volontari Protezione Civile
- 12 Addetti AMIU per 3 gg.
- 10 Elettricisti
- 83 Studenti volontari
- 5 Dj
- 3 tecnici audio/video area master class
- 16 musicisti dal vivo
- 3 artisti/esperti per allestimento mostra
- 2 artisti Street Art
- 6 persone per allestimento B2B e Coffee Break
- 3 Buyer da Lettonia, Estonia, Irlanda per il B2B
- 3 interpreti per i buyer B2B
- 20 aziende partecipanti al B2
- 29 addetti al montaggio di gazebo e chioschi
- 32 addetti all’allestimento di: luminarie, area cucine, area giochi Libandino, balle di fieno, mostre, piazza “Mamme dei Vicoli”
- 7 persone impegnate nella segreteria organizzativa
I materiali
- 8 Impianti audio
- 500 T-shirt Libando
- 300 sacche Libando
- 6000 palloncini
- 50 balle di fieno
- 130 kg di farina per i laboratori, le master class e i seminari
- 450 manifesti 70×100
- 8 manifesti 6×3 20.000 folder programma
- 2000 flyer
- 13 “Coppitelli”
- 100 menu “Mamme dei Vicoli”
- 4 roll-up
- 30 frecce segnaletiche
- 50 Banner di personalizzazione per gazebo e chioschi
- 20 cappelli chef
- 10 casacche chef
- 20 grembiuli “Le Mamme dei Vicoli”
Lascia un commento