L’agricoltura a Bari è diventata un’opportunità in un territorio dove “su 496 beni confiscati 129 sono terreni agricoli”. Nelle parole di Antonio Decaro, sindaco della Città Metropolitana di Bari e presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, c’è tutto il legame tra uomo, terra e legalità.
Lo spazio verde urbano
Ed è da questa convinzione che prende corpo la cooperativa sociale Semi di Vita. “L’idea nasce dalla volontà di voler creare uno spazio verde urbano che possa prendersi cura della persona in tutti i suoi ambiti fisici, psichici e sociali e che argini il rischio di esclusione sociale offrendo un luogo accogliente, formativo e lavorativo in grado di consentire un possibile distacco dal circuito assistenziale. Gli orti urbani rispondono ad un’esigenza di socializzazione per alcune categorie di persone spesso costrette all’isolamento; permettono la costruzione del senso di comunità; favoriscono la cooperazione sociale; educano a pratiche sostenibili; potenziano il senso di appartenenza al territorio. L’orto urbano diventerà un valido strumento di inclusione lavorativa, valorizzando contemporaneamente il binomio uomo–terra”.
Attività agricola con finalità sociali
Il sequestro dei beni ai mafiosi per colpire il loro patrimonio economico è stato sancito per la prima volta nel 1982, dalla legge Rognoni-La Torre. Ma ancora oggi il cammino per il pieno recupero è tutt’altro che facile. Per i terreni agricoli, in particolare. Le difficoltà aumentano se l’attività agricola ha finalità sociali. Se cioè affianca alla produzione primaria la missione di inclusione di soggetti ai margini, come disabili o detenuti. Una doppia natura che non trova ancora un riconoscimento pieno. Il sostegno della Politica agricola europea guarda alla sicurezza alimentare, all’economia e all’ambiente, ma le politiche sociali sono materia di competenza nazionale.
L’orto urbano di Japigia e Valenzano
La storia della Cooperativa sociale Semi di Vita è un esempio in Puglia. Dal 2014 coltiva 2 ettari con metodo biologico in un orto urbano nel quartiere Japigia, un quartiere difficile. L’agricoltura fa da base per costruire progetti che impegnano ragazzi diversamente abili in attività di orto-terapia, e il reinserimento nel mondo del lavoro di detenuti del locale carcere minorile. Nel 2018, la cooperativa vince il bando per gestire 26 ettari confiscati alla mafia a Valenzano, paese di 18 mila abitanti alle porte di Bari. “La Fattoria dei Primi è il nome del progetto”, e il responsabile della cooperativa è Angelo Santoro che afferma “Abbiamo un’area grande come ventisei campi da calcio, per un recupero vero ci vorrà almeno un milione di euro in 10 anni, ma noi non molliamo vogliamo fare di questo terreno un bene comune e non solo un bene confiscato”.
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