Pasquale Di Domenico, in arte Mingo, sostiene che “preparavamo un epilogo scenico su fatti veri”.
RTI afferma di non sapere che i servizi erano taroccati.
La Procura Repubblica di Bari crede alla seconda versione e l’inchiesta approda all’udienza preliminare, rimandata per un difetto di notifica.
Lo scrive la Gazzettadelmezzogiono.it.
La Procura ha chiesto l’archiviazione per Fabio Di Nunzio, considerato estraneo ai fatti.
Secondo l’accusa ci sarebbero stati costi gonfiati, a carico di Mediaset, per un totale di circa 170.000 €.
I reati contestati a vario titolo vanno dalla truffa, alla simulazione di reato, falso, calunnia e diffamazione.
Mingo e la moglie Corinna, titolari della società MEC, sostengono di aver rispettato tutte le condizioni regolate dai contratti.
E che toccava a Rti verificare il contenuto.
“Striscia è un varietà e non un TG“, ha dichiarato il comico barese.
Sicuramente ci sarà attenzione dell’opinione pubblica per l’epilogo giudiziario.