Non è stato un indipendentista col passamontagna nero ad avanzare la proposta shock che sta sollevando polemiche in Francia. Bensì un responsabile politico locale: bisogna limitare l’acquisto dei terreni e delle case in Corsica ai soli corsi e a quanti risiedono nell’isola da almeno cinque anni.
Lo scorso maggio l’Assemblea Corsa ha votato una legge controversa che ha fatto della lingua regionale la seconda lingua ufficiale dell’isola, dopo il francese. E così in Corsica si torna a respirare aria di secessione.
L’idea di limitare la proprietà immobiliare ai corsi è del radicale Paul Giacobbi, presidente dell’organo esecutivo di Corsica: “Se si potrà continuare a comprare un terreno in Corsica come si fa con una barretta di cioccolato al supermercato sarà una catastrofe. Bisogna limitare l’accesso alla proprietà immobiliare ai residenti”, ha detto Giacobbi in un’intervista al quotidiano Corse-Matin. Secondo lui riservare l’accesso alla proprietà ai soli residenti e’ ormai una ”misura indispensabile” per combattere la speculazione edilizia nell’isola, anche se la misura ”pone un problema di diritto europeo”.
Quello dell’immobiliare è un tema delicato sull’isola francese. I terreni edificabili sono sempre più rari, il prezzo al metro quadrato sale alle stelle e gli abitanti dell’isola restano tagliati fuori, non potendoselo permettere. La proposta di Giacobbi, a giudizio del quotidiano Le Figaro, non arriva però ora per puro caso.
Essa segue infatti a ruota un’altra iniziativa controversa che è stata votata lo scorso 17 maggio dall’Assemblea Corsa, che ha fatto della lingua corsa la seconda lingua ufficiale dell’isola, accanto al francese. Un’iniziativa condannata dal ministro dell’Interno, Manuel Valls: “il francese è la sola lingua ufficiale”, ha detto il ministro in un viaggio a Bastia nel mese di giugno. Il clima nell’isola è teso. Un’ondata di omicidi ha insanguinato la Corsica dall’inizio dell’anno, 11 contro i 19 in tutto il 2012.
All’epoca il ministro era stato costretto a fare la voce grossa dopo l’ultimo e inatteso guanto di sfida degli indipendentisti: in un comunicato il Fronte di liberazione nazionale corso si era detto ”pronto a riprendere le armi” se la Francia non riconoscerà i diritti dell’isola. E la terra, così come la lingua, è sempre stata al centro delle rivendicazioni di indipendenza. Si ricorda che l’estate scorsa lo stesso Fnlc aveva fatto saltare in aria alcune case private nel giro di una notte, proprio per puntare il dito contro la speculazione edilizia.
“Questa operazione – avevano scritto gli indipendentisti all’epoca – si incardina nella lotta per la difesa della nostra terra. Il nostro popolo continua a essere spogliato del bene più prezioso”.
Lascia un commento