“Una città fantasma” venuta su in pochi anni con una maxi-speculazione e senza uno straccio di servizio per i cittadini, palazzine costruite a ridosso dei tralicci dell’alta tensione con evidenti rischi per la salute dei residenti. Così il pm di Santa Maria Capua Vetere, Patrizia Dongiacomo, parla nella sua inchiesta di Orta di Atella, il comune del Casertano dove ieri i carabinieri di Aversa hanno sequestrato otto fabbricati per un totale di 1440 appartamenti, tutti abusivi, costruiti in base a permessi amministrativi illegittimi. Ventinove le persone indagate.
Dovranno rispondere di concorso in abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva, in particolare responsabili e dipendenti dell’ufficio tecnico del Comune, imprenditori edili del Casertano e del Napoletano alcuni dei quali, è emerso, in rapporti con i clan della camorra.
Non ci sarebbero politici indagati: gli stessi magistrati hanno esplicitamente escluso il coinvolgimento dell’attuale sindaco Angelo Brancaccio, primo cittadino anche tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000. L’amministrazione atellana comunque, proprio in questi giorni, proverà a riportare la situazione nell’alveo della legalità. La giunta dovrebbe approvare il nuovo Puc (Piano Urbanistico Comunale, ndr), per il cui varo bisognerà attendere ancora qualche mese. Le abitazioni, è emerso dalle indagini coordinate anche dal procuratore aggiunto Luigi Gay, sono state acquistate in particolare da persone provenienti dal Napoletano, soprattutto giovani coppie, attirate dal basso prezzo, in media 100 mila euro (1000 euro a metro quadro, ndr); così in pochi anni la popolazione è raddoppiata attestandosi a quota 20mila residenti.
Un’urbanizzazione selvaggia su suoli su cui il Prg emanato negli anni ’90 prevedeva solo insediamenti con destinazione produttiva, commerciale o turistica, come e’ possibile constatare dai tralicci dell’alta tensione che spuntano tra i fabbricati.
Eppure tra la consapevolezza di tanti sono venuti su centinaia di appartamenti.
“Mancano le scuole, le fognature, i giardini, ci sono difficoltà di raccordo tra le strade” ha spiegato il pm Dongiacomo in conferenza stampa. I permessi sono stati rilasciati in mancanza di un piano di lottizzazione ma in base a delibere di giunta emanate tra il 2001 e il 2005 che recavano varianti al Prg; si trattava però di provvedimenti illegittimi in quanto mai portati, come prescrive la legge, all’attenzione della Provincia per l’approvazione finale. “Sicuramente ci dispiace per i tanti inquilini che hanno acquistato le case in buona fede – ha affermato il procuratore aggiunto Gay – ma non potevamo restare fermi di fronte a illegittimità così gravi”. Per il momento i residenti resteranno nelle loro abitazioni. Tra gli immobili sequestrati per un valore di 75 milioni di euro anche dei negozi e una grande sala giochi.
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