';

Torna l’ombra della #mafia a #Palermo, ucciso il cognato di Giovanni Bontate
03 Mar 2016 15:16

“Purtroppo dobbiamo registrare la permanente vitalità, che del resto avevamo segnalato con forza fino a pochissimo tempo addietro, delle organizzazioni operanti sul territorio. Ribadisco ancora una volta: se qualcuno pensa che la mafia sia stata sconfitta e tutto sia finito, evidentemente non ha capito ancora niente“.

Questo il commento a caldo di Francesco Lo Voi, procuratore capo di Palermo, in merito al duplice omicidio avvenuto stamattina a Falsomiele, quartiere periferico della città.

Una delle due vittime (entrambe incensurate), infatti, si chiamava Vincenzo Bontà, genero del boss Giovanni Bontate, figlio di Stefano, personaggio di spicco di cosa nostra negli anni Ottanta.

Fu lui, ad esempio, che durante il maxiprocesso tenutosi a Palermo nel 1986-1987, lesse un comunicato in cui tentò di allontanare da cosa nostra il sospetto di aver ordinato l’uccisione di Claudio Domino, un bambino di soli undici anni.

Ma il comunicato ottenne l’effetto non voluto di confermare l’esistenza della organizzazione e, per via di questo comunicato, i Corleonesi decisero l’eliminazione di Bontate, che fu ucciso insieme alla moglie Francesca Citarda nel settembre 1988.

Un legame, dunque, che starebbe indirizzando gli investigatori all’ipotesi che si sia trattato di un duplice omicidio di stampo mafioso (l’identità della seconda vittima non è stata ancora resa nota perché non aveva con sé un documento di riconoscimento).

Lo Voi, infine, ha affermato che “è bene tenere sempre alta l’attenzione ed è bene continuare a lavorare tutti quanti per cercare di sconfiggere questo fenomeno”.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento