Oggi ha 33 anni e, dopo il diploma al liceo artistico, ha girato l’Italia, lavorando sempre al Nord: due anni fa Marisa Pati è tornata a Brindisi, la sua città, dopo che il padre, Vito, a 59 anni,
morì all’interno della sua bottega d’arte in circostanze che non sono mai state chiarite.
Domani, ”perché questa è la mia risposta a tutti gli interrogativi insoluti”, Marisa Pati inaugurerà una mostra allestita nella ‘Casa del turista‘, la bottega che era del padre. La mostra è intitolata ‘Le vie dell’arte’ e resterà aperta al pubblico fino al 20 agosto.
Vi saranno esposti i quadri, anche pezzi unici, di artisti importanti e conosciuti del panorama dell’arte contemporanea italiana.
Il papà di Marisa aveva dedicato alla pittura tutta la sua vita. Nel 1980, quando smise di pilotare aerei per professione a causa di una grave malattia poi fortunatamente curata, aprì una piccola corniceria a Brindisi. Da quel momento iniziò a dipingere, poi a collezionare opere d’arte. Nel 2010 organizzò una mostra alla Casa del Turista. Il 6 luglio 2011 la tragedia. L’uomo si recò al Pronto soccorso per una frattura alla testa: all’interno della bottega in via Remo fu trovata una chiazza di sangue.
Le chiavi del negozio erano in auto, dettaglio che alimentò i dubbi dei famigliari. L’uomo, in stato confusionale, non fu in grado di raccontare cosa fosse accaduto.
Morì sei giorni dopo, in ospedale. Le circostanze della tragedia non sono mai state appurate. Marisa, che si occupa dell’attività insieme al fratello Giovanni, non ha mai saputo la verità e forse non la conoscerà mai. Il caso è stato archiviato proprio per l’impossibilità di reperire elementi utili a ricostruire l’accaduto.
”La mia reazione è questa, papà era una forza della natura – racconta Marisa – e adesso non posso far altro che portare avanti con passione, anche se con fatica, tutto quello che lui ha creato. La mia vita era girare, cambiare. Adesso la mia vita è a Brindisi, tra i quadri di mio padre”.
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