La Puglia fa gola. Gira e tira.
Ci mettiamo il gasdotto nel posto più bello, le trivelliamo il suo mare, le piazziamo un bel resort in un uliveto millenario tra i più suggestivi.
E magari le tiriamo un altro po’ di carbone, le aumentiamo il petrolio e sull’Ilva, troppo complicata, poi vediamo.
Troppe mani si stanno allungando sulla Puglia.
Mentre noi, in questi anni, abbiamo imparato a valorizzare l’ambiente e il territorio come la nostra unica risorsa per costruire sviluppo senza distruggere le radici.
Queste primarie sono come un bivio. Tra un sud che decide e un sud che, come al solito, si fa decidere.
Tra un sud che cammina in piedi e uno che si mette in vendita. Se volete tra futuro e passato.
Interessi generali o interessi forti. Sviluppo ecosostenibile e solidale o sviluppo predatorio.
Non poco. Occhio che non è una partita come le altre.
Contano quello che si dice ma anche gli omissis, quello che non si dice.
Ecco.
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