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Quella puzza che da cinque anni spaventa Lucera
04 Nov 2013 07:44

C’è un fetore insistente e scientificamente ancora ignoto che semina il panico a Lucera. E i cittadini hanno paura.

Si tratta di un allarme lanciato dai residenti  in merito alle  ‘molestie olfattive’ che ricevono da anni  e su cui Asl e Arpa Puglia  ancora non trovano una soluzione.

L’opinione pubblica punta il dito contro la Bioecoagrim, l’azienda di contrada Ripatetta (Lucera) che si occupa della realizzazione di concimi per l’agricoltura ricavati dal letame.

Lucera sente puzza da almeno cinque anni e quest’estate ha toccato picchi estremi di insopportabilità, coalizzando alla sua indignazione anche quella di Foggia, che solo in questi mesi (a causa dei venti che hanno spinto il fetore verso nord-ovest) pare aver compreso il vero senso della rivolta e della paura  dei lucerini.

Cosa stiano respirando i cittadini di Lucera e Foggia è ancora un mistero ma la preoccupazione è tanta.

Questi olezzi persistenti provocano un danno alla salute? La pubblica amministrazione non dà ancora risposte certe.

Nel frattempo accade di tutto: comizi, polemiche in Comune, petizioni, denunce  all’Arpa e all’Asl di Foggia e, perfino,  investigazioni autonome sulla questione.

Queste (e non solo) sono state le mosse di difesa dei lucerini, più volte scesi in piazza accanto della lista di Antonio Tutolo, ex partito della Pagnotta,  precursore  tra le strade e i cittadini dagli albori della faccenda. Timorosi di andare incontro a malattie degenerative e stanchi di non poter beneficiare di aria pura, alcuni residenti sconosciuti sono arrivati a compiere finanche intimidazioni ai responsabili e proprietari della ditta di compost, la famiglia Montagano, finita nel mirino di  tutte le  battaglie ancora in corso volte  alla  chiusura della Bioecoagrim.

In concomitanza ad ogni mobilitazione  sul caso puzza, la Bioecoagrim ha chiuso più volte i  battenti  per le iniziative dei Carabinieri del  Nucleo Operativo Ecologico (Noe), ma è anche risorta  da ogni ciclone mediatico, in sincronia ai dati  di risposta emessi dell’Arpa Puglia.

Se il Noe in passato ha messo  sotto  accusa il materiale biostabilizzato e visivamente accumulato in zone riservate alle materie prime e il considerevole percolato stagnante sul piazzale antistante la ditta  (a causa degli scarichi non adeguatamente convogliati), l’Arpa Puglia ha bocciato  la tesi che la Bioecoagrim fosse l’unica fonte della puzza ostacolandone così la chiusura.

Dalle relazioni Arpa e dell’Asl, infatti, si legge che le indagini sulla scoperta del problema, hanno portato all’individuazione di una serie di siti, che rappresenterebbero altre potenziali fonti dei fetori avverti dalle popolazioni, ma riguardo alla puzza nessun provvedimento efficace continua ad essere  adottato.

In un calderone così bollente, la famiglia Montagano ha presentato sul tavolo della Provincia di Foggia un progetto di espansione  della sua azienda, che prevede l’istituzione di un impianto Biogas nei capannoni a Ripatetta, capace di produrre 38 Mwe di energia elettrica e 87mila tonnellate di compost.

Si tratta di un sistema che permetterebbe alla Bioecoagrim di allargare il suo raggio d’azione, realizzando più concimi con minor energia e ottimizzare i profitti.

Quello che molti si interrogano adesso è cosa stia aspettando la Provincia di Foggia per attivarsi e risolvere il dilemma, dopo relazioni esaustive sia dall’Arpa, dal Noe , che dall’Asl di Foggia.

Il Comune di Lucera ha annunciato l’acquisto  a proprie spese di un dispositivo cattura-odori, il naso elettronico, già d’altronde visto in città due anni fa ad effettuare rilevamenti di questo tipo ma che, in relazione finale, si dichiarò incapace di stabilire con certezza la provenienza del tanfo.

Certo è che, per porre fine a questa situazione,  occorrono dati certi e incontestabili, che finora  però non sono venuti a galla.

Ogni relazione in uscita dai meccanismi di controllo è stata esaustiva ma subito dopo interpretata, aggiornata di dettagli e resa confutabile. Non esiste nessun dato sicuro e, soprattutto, nessuno studio sulla composizione dell’aria  che Lucera e Foggia inspirano.

E mentre la pubblica amministrazione ancora non riesce a risolvere la vicenda, i cittadini non possano far a meno di respirare.


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