Poco fa ai Quartieri Spagnoli, a due vicoli dal mio, hanno sparato a due uomini.
Uno è morto. Un altro è ferito.
Nessuna sorpresa. Sono almeno venti giorni che si spara nei vicoli. Soprattutto la notte.
La prima volta, tre settimane fa, avevo la sveglia alle cinque e mezza. Non ha mai suonato.
Alle quattro e quarantacinque sono saltato nel letto.
Sei colpi di pistola hanno fracassato il balcone di fronte casa, a un metro dal mio. Sembrava sparassero nel corridoio. Sono stato l’unico ad affacciarsi ma sotto il balcone c’era la signora anziana di quella casa, in vestaglia, che spazzava per rimuovere i calcinacci e qualsiasi traccia.
Nel vicolo, il deserto. Nemmeno una imposta aperta. La settimana dopo hanno sparato nella serranda del tabaccaio.
E pochi giorni dopo in quella di un negozio di cornici. Ho visto i buchi, dopo aver sentito i colpi.
La settimana scorsa, sempre di notte, hanno ucciso a pistolettate un cane e un gatto. Hanno detto che erano randagi. Anche in quel caso avevo la sveglia, ma non ha suonato.
Ci hanno pensato i colpi ma non mi sono più affacciato. Una vicina, quando le ho chiesto se avesse sentito gli spari, ha risposto appoggiandosi un dito sul naso: “sssshhhh, chiuditi dentro”.
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