Anche Pescara ha i suoi piccoli ecomostri. Uno dei più storici è quello eretto sulla riviera nord di Pescara dalla Immobiliare Michelangelo. Mai completato, è divenuto per oltre un decennio ricovero di tossici e topi. La sentenza del TAR confermata dal Consiglio di Stato nel 2008 ha annullato la Licenza di Costruzione e prescritto la demolizione totale dell’edificio ma dopo circa cinque anni il Comune non è ancora riuscito ad emettere una valida ordinanza di demolizione.
L’edificio di per sé antiestetico e assurdo per dimensioni e geometrie, ormai annerito dal tempo, coperto di scoloriti graffiti, incombe sulla prospettiva di questo bel tratto di riviera, ed é ormai divenuta base operativa di microdelinquenza legata allo spaccio.
C’è da ricordare anche che la costruzione è stata realizzata in parte su suolo demaniale, per distrazione degli uffici comunali al momento dell’autorizzazione della concessione. Pochi giorni fa, una nuova sentenza del TAR, la n.ro 00321/2013 su ricorso di alcuni residenti indignati, condanna il Comune di Pescara a pagare ai ricorrenti una indennità annuale fino a demolizione avvenuta, con retroattività di anni cinque, per non aver provveduto a rendere operativa la sentenza di demolizione.
Il Comune di Pescara dovrà quindi usare i denari dei contribuenti per tenere in vita un abuso edilizio che i cittadini tutti, residenti o passanti, considerano vergognoso e che per la legge doveva essere demolito già da 5 anni .
Questa inadempienza dell’amministrazione ricade sui portafogli di tutti i cittadini. Speriamo almeno di conoscere i tempi esatti per la demolizione dell’ecomostro Michelangelo, a meno che il Comune non intenda rimediare come con l’opera di Toyo Ito, ricoprendola di manifesti colorati per nascondere alla vista dei cittadini un problema ancora irrisolto.
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