Gli emissari delle mafie italiane, soprattutto Cosa Nostra e ‘ndrangheta, sono sempre più presenti in Colombia, dove stabiliscono e mantengono rapporti con le organizzazioni del narcotraffico, come dimostra il fatto che 41 cittadini italiani legati alla malavita sono arrestati nel paese durante gli ultimi due anni, scrive oggi la rivista Semana.
“Quando nel 2010 le autorità italiane hanno chiesto alla Colombia di catturate al narcotrafficante Enrico Muzzolini, hanno scoperchiato una vero vaso di Pandora”, sostiene il settimanale, che ricostruisce la storia del rapporto di collaborazione che esiste da decenni fra narcos locali e mafiosi italiani. La rivista ricorda come “all’epoca del cartello di Medellin praticamente tutta la catena del business della coca era controllata da boss locali“, ma la distribuzione in Europa era in mano di “due soci locali dei cartelli”: la mafia della Galizia in Spagna e Cosa Nostra e ‘ndrangheta in Italia.
“Dopo la caduta dei grandi boss colombiani e la disintegrazione dei cartelli”, però, il business è cambiato: i narcos non dispongono delle strutture necessarie per organizzare l’esportazione all’ingrosso, e il traffico si è orientato verso spedizioni più piccole e flessibili. Secondo una fonte della sicurezza locale, questo spiega l’attività degli emissari mafiosi: “vengono, cercano un qualche piccolo boss, comprano e riuniscono 100 o 200 chili o li mandano in Europa, via Venezuela: il margine di guadagno è molto alto”.
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