Non hanno paura della mafia, anzi, promettono di combatterla con ogni mezzo, a partire dai piccoli gesti quotidiani, rispettando il prossimo e non cercando mai scorciatoie per raggiungere i propri obiettivi. Sono i 600 piccoli speaker della legalità, che ieri mattina a Bari hanno dato vita alla ottava maratona anti mafia.
L’evento, promosso dalla web radio Kreattiva e dall’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari, si è svolto casualmente a pochi giorni dall’agguato in cui nel capoluogo pugliese sono rimaste uccise tre persone. Probabile conseguenza di una nuova guerra tra clan nel capoluogo pugliese, che però non spaventa gli alunni delle 23 scuole medie che oggi hanno intervistato il procuratore capo della Repubblica di Torino, Giancarlo Caselli, il musicista Roy Paci, e il sindaco di Bari, Michele Emiliano.
“I mafiosi non sono uomini d’onore ma vigliacchi che muoiono di paura – ha detto Caselli aprendo i lavori in collegamento telefonico – quello che dobbiamo fare tutti, è rompere la spina dorsale della mafia, ovvero il suo rapporto con la politica e le istituzioni: non serve tanto aumentare la presenza delle forze dell’ordine ma serve piuttosto uno scatto di orgoglio della politica che deve bonificarsi”.
La mafia “ha rapporti con tutti i pezzi della società – ha rilevato Emiliano – e c’è un livello sotto il quale se il numero dei poliziotti è più basso non si può fare più niente, cioè si paralizza tutto. Quando in procura spariranno tutti gli assistenti dei pubblici ministeri, non si potrà più lavorare”.
A Bari, ha assicurato il sindaco, le istituzioni sono al lavoro anche con “l’aiuto di quelle mamme che non vogliono far pagare ai figli gli errori dei padri: lo Stato non è lì per arrestare i loro mariti, ma anche per dare un futuro diverso ai loro bambini”.
Purtroppo, per Emiliano, “in passato si è sottovalutato il fenomeno mafioso e noi, in dieci anni, abbiamo dovuto fare un lavoro pazzesco: anche la attuale carenza di uomini delle forze dell’ordine – ha concluso – è il frutto di quella sottovalutazione”. Ma è da giornate come queste, per Roy Paci, “che deve partire la speranza: questi ragazzi rappresentano la purezza necessaria a vincere la battaglia contro la mafia, e noi musicisti dobbiamo continuare a dare voce a chi non ce l’ha, con l’aiuto dei nostri testi e della nostra musica”