“Spregiudicatezza di Scarano”, insieme con “ampissime disponibilità economiche” ed una sua “continua e reiterata disinvoltura nella gestione dei suoi affari“. E’ il profilo di monsignor Nunzio Scarano tratteggiato dal gip Barbara Callari nell’ordinanza di custodia cautelare, una cinquantina di pagine, emessa nei confronti dell’alto prelato e dei suoi due presunti complici.
Un’inchiesta, quella della procura di Roma, incentrata soprattutto sulle intercettazioni. Significativa, per il gip Barbara Callari, un‘intercettazione del 13 giugno 2012 tra Scarano e Zito. L’ex sottufficiale dell’Arma, parlando dell’operazione di rientro dei 20 milioni di euro e dei rischi subordinati ai controlli afferma: “Tu sai perfettamente che negli aeroporti ci sono i controlli di sicurezza no?”.
Alla risposta affermativa di Scarano, Zito aggiunge: “Ok, io ho la possibilità, organizzandomi adesso, a poter saltare quel tipo di trafila, e con molta tranquillità, di utilizzare un aeromobile privato e atterrare in un aeroporto militare! Ecco, questa procedura ci permette di fare quel passaggio in tempi rapidi e sicurissimi. Allora mi devi dire con esattezza se si deve fare o non si deve fare perché mi devo organizzare”. Scarano risponde “si deve fare” e nella prosecuzione della conversazione Zito aggiunge: “io ci metto il mioculo, eh?…ecco, perché se mi beccano mi arrestano, lo sai?”.
Circa l’ammontare del danaro da riportare in Italia, Zito domanda: “Mi devi ripetere però i numeri, non mi ricordo, 20 o di più?”. Il monsignore risponde: “E ma quelli bisogna vedere come poterli prendere da lì, e la è un altro problema!”