La trasparenza, per noi, NON E’ UN VALORE.
Intendiamoci: la trasparenza non è un concetto moralistico, fustigante, catoniano, diciamo pure un po’ bigotto, da superarsi con il sano pragmatismo del “Dai, basta che le cose funzionino!”.
No. La Trasparenza è un valore perché rinunziarvi comporta un COSTO: un costo di denaro vero e proprio.
Perché? Semplice. Chi non è trasparente, quando avrebbe interesse ad esserlo, non lo fa senza una ragione.
Lo fa perché deve nascondere qualcosa che, fosse alla luce del sole, gli creerebbe gravi problemi: sotterfugi, favoritismi, mediazioni. In una parola: SCAMBI e BARATTI.
E di qualunque baratto si tratti, chi dà sopporta un COSTO, appunto: materialmente, in termini di denaro.
Si tratti di denaro pagato, di assunzioni, di consenso (chi intermedia il consenso deve pagare un prezzo perché nessuno fa nulla per nulla), sempre un ESBORSO è.
Ora, questo esborso, chi l’ha sostenuto, lo scaricherà sulla collettività: in termini di aumento del prezzo dei suoi servizi e delle sue prestazioni, posto che tutti, bene o male, facciamo qualcosa per cui siamo retribuiti.
– Ci faremo pagare di più per lo stesso servizio;
– oppure, che è lo stesso, lavoreremo di meno allo stesso prezzo.
E qualcuno, questo COSTO, infine, lo pagherà.
Ora, non è che gli italiani siano stupidi. Non lo sono affatto. Capiscono benissimo come stanno le cose.
Solo che, a fronte di un vantaggio personale immediato … non gliene importa!
Perché sono masochisti? Ma neppure per sogno! Perché pensano che quel costo, che sanno dovrà essere pagato da qualcuno, sarà pagato … da QUALCUN ALTRO!
Infine, questa sorta di ‘maledizione’, questa traccia nel nostro DNA, della corruzione endemica, del non voler sapere “tanto tutti sono uguali e tutti rubano alla stessa maniera”, degli oboli lanciati come ossi ai cani sotto il tavolo, perché i poveri si sbranino tra loro, che ci portiamo dietro da sempre, dalla quale non sappiamo liberarci, deriva, alla fine dei giochi e dei conti, soltanto da QUESTO: che non ce ne importa nulla dei nostri simili. Che paghino gli altri.
Noi non siamo fascisti o comunisti, di destra o di sinistra. Nella migliore delle ipotesi siamo di un partito (o di un padrone).
Ma siamo, sempre, ognuno per i (ahem!!) suoi.