Le continue lamentele rivolte al ministro Carrozza e al suo operato, non hanno tregua. Dopo le questioni relative al concorso di medicina e all’annullamento del bonus di maturità, una nuova questione riguardante le abilitazioni nazionali per professore ordinario e associato (nel settore 12/C1-Diritto Costituzionale) assurge agli onori della cronaca.
“Nonostante l’intervento del Ministro – fanno sapere gli aspiranti associati – e il relativo annullamento dei lavori di valutazione delle domande da professore ordinario, la Commissione valutante non ha rispettato e non si è completamente attenuta ai criteri del bando. Questo, in modo particolare per gli aspiranti associati, di cui è in corso la valutazione”.
Gli stessi lamentano la limitazione dell’accesso alle abilitazioni nazionali ai soli ricercatori già strutturati, figure purtroppo tutelate dai “poteri forti”.
“In un momento così grave per l’Università italiana – proseguono gli aspiranti associati – non è assolutamente accettabile tollerare tali forme di assurda e vergognosa ‘violenza’. Gli atteggiamenti ‘protezionistici’ non l’aiuteranno. Semmai, ne decreteranno il definitivo declino. E non aiuterà noi che ormai siamo stanchi. Noi che abbiamo dedicato la nostra vita alla ricerca – in un Paese che uccide il merito e ha paura della libertà – rischiamo di essere apprezzati all’estero e bistrattati, quasi come una minaccia, nel nostro Paese.
“Vista l’abolizione del ruolo dei ricercatori strutturati – aggiungono – il requisito sarebbe addirittura una condizione ‘impossibile’ da rispettare per i più giovani. Soprattutto nei riguardi degli aspiranti associati, c’è il rischio concreto che si insista in pratiche che mirano a limitare artificiosamente il numero dei potenziali partecipanti ai futuri concorsi, annullando così lo spirito della riforma, basato sulla trasparenza e la meritocrazia, nella selezione del personale docente”.
“Questo atteggiamento ostruzionistico – concludono gli aspiranti associati – ci imprigiona in un sistema che ci ha formato, ci ha richiesto immensi sacrifici, ci ha illuso e sfruttato con la favola della meritocrazia, decantata e mai praticata, ed ora pensa di metterci alla porta, con arrogante cecità e dispregio della legge, per sistemare indisturbati “figli e figliocci di”, di cui non è dato neppure sindacare il merito scientifico”.
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