“Zio Antonio era esasperato, erano due anni che chiedeva quel permesso, gli dicevano sempre di aspettare”. Così il nipote di Antonio Formicola, il fioraio che si è ucciso gettandosi dal balcone del Comune di Ercolano (Napoli) dopo essersi dato fuoco.
“Vedeva che tutti gli altri esercenti parcheggiavano con i loro camion e si sentiva danneggiato – ha aggiunto il figlio della sorella -. Per questo aveva chiesto di pagare per avere la disponibilità di quel suolo necessario ad esporre la propria merce”.
Tanta la rabbia a vico Sacramento, dove risiedeva la vittima: le grida di una donna rompono il silenzio mentre del vicolo, con i familiari di Formicola rimasti a casa e si tengono in contatto per telefono con quelli che stanno all’ospedale Cardarelli di Napoli dove il fioraio è deceduto. Alcuni amici hanno affisso uno striscione all’esterno dell'”Antica Violetta” il negozio di fiori della vittima.
C’è scritto “Non resterai mai solo, Antonio siamo tutti con te”. Mentre un altro striscione esposto davanti alla sede del Comune, recita “Noi lottiamo voi ammazzate, vergogna“.