Nella sanità pugliese c’era una vera e propria ”spartizione politica dei posti”. Lo ha detto Maurizio Giovanni Agostino Portaluri, ex direttore generale della Asl Bat (Barletta-Andria-Trani) e poi dell’Oncologico di Bari e attualmente primario di Radioterapia all’ospedale Perrino di Brindisi, che è il primo testimone del processo sulla presunta ”cupola” con a capo l’ex senatore Alberto Tedesco (all’epoca assessore regionale alla Sanità) che tra il 2005 e il 2009 avrebbe gestito la sanità pugliese.
Nella prima udienza del processo in corso dinanzi al tribunale collegiale di Bari, l’ex dg ha spiegato che ”ogni posizione dirigenziale nella sanità pugliese aveva una sua collocazione politica”, rispondeva, cioè, alle indicazioni che venivano dai partiti.
La sua nomina, per esempio, a direttore generale dell’Istituto Tumori, nel luglio 2007, era stata fatta ”su proposta dell’allora segretario provinciale di Rifondazione Comunista” ma ”non ho mai avuto contatti con il presidente Vendola prima della mia nomina”, ha detto Portaluri rispondendo alle domande dei pm Lino Giorgio Bruno e Luciana Silvestris e dei difensori degli imputati.
Il sistema della spartizione dei posti tra i partiti politici era stato spiegato al neo dg proprio dall’assessore Tedesco. ”L’avevo appreso dai giornali – ha spiegato in aula Portaluri – ma poi ne ho chiesto conferma a Tedesco”. Dinanzi ai giudici baresi Portaluri ha dichiarato di non aver ricevuto pressioni sulle nomine tranne per l’incarico di primario di gastroenterologia dell’ospedale di Trani.