Giovani non andate via, la ricostruzione dell’Aquila “è una sfida che deve rappresentare un simbolo per il Paese e un’opportunità“. La presidente della Camera, Laura Boldrini, spinge i giovani aquilani al coraggio.
Lo fa dinanzi ai palazzi puntellati della zona rossa del centro storico, indossando un ciondolo che ritrae il rosone della Basilica di Collemaggio, simbolo della città. È alla sua prima visita istituzionale nella città distrutta dal terremoto del 6 aprile del 2009. I cittadini le corrono incontro e le chiedono aiuto. “Voglio essere utile“, risponde Boldrini senza però riuscire a nascondere la sensazione di trovarsi in una “città spettrale, tanto bella quanto desolata” che “ha bisogno di ritrovare l’anima”.
Ma l’anima, dice la presidente della Camera , “si ritroverà il giorno in cui verranno avviati i lavori e verrà ristrutturata tutta la parte antica”. Il momento più toccante dinanzi alla casa dello studente, in cui morirono otto ragazzi. Quindi l’appello ai giovani che “devono credere in questa ricostruzione perché noi ci auguriamo che le lungaggini burocratiche oramai siano superate e che veramente si possa passare oltre: questo è il momento in cui c’è bisogno di tutti”.
Ma questo, aggiunge la presidente, è anche il momento “delle grandi opportunità, perché quando si ricostruisce c’è spazio per le buone idee“. E incontrando il 15enne William Giordano, già sindacalista ed esponete del Pd gli dice: “Coraggio, stiamo provando a dare una speranza”. “Io ho speranza”, risponde William.
La sfida però passa obbligatoriamente dal nodo delle risorse. Si prospetta un ordine del giorno della Camera che invita il Governo a impegnarsi con l’Unione Europea perché le risorse destinate all’emergenza e alla ricostruzione delle zone terremotate non vengano conteggiate nel patto di stabilità. Un’azione emersa della riunione privata che il presidente della Camera ha avuto con il sindaco, Massimo Cialente.
“Mi atterrò alle mie prerogative, spetta poi ai deputati difendere il proprio territorio”, dice Boldrini. Secondo il primo cittadino dell’Aquila “é incredibile che nel debito pubblico vengano ricomprese le spese per le ricostruzioni. Come se i terremoti fossero considerati un errore politico”. E insiste: “Abbiamo ottenuto con fatica un miliardo e duecentomila euro per sei anni e questo risolve il problema per il 2013, ma non c’è nulla dal 2014 fino al 2019″.
Un capitolo in cui la senatrice del Movimento 5 Stelle, Enza Blundo, vuole vedere chiaro chiedendo una “commissione di inchiesta”. Pochi i sindaci del cratere del terremoto e i rappresentanti istituzionali regionali presenti all’evento conclusivo della giornata aquilana della presidente della Camera. La visita si è chiusa con gli incontri con l’associazione donne terremotate e un confronto con il mondo produttivo e culturale, sindacati e Università.
Boldrini ha assicurato l’interessamento per mettere in agenda un’ audizione alla Camera dove le istituzioni locali possano fare un quadro della situazione. Impegni e non “passerelle”. “Sono stata invitata dal sindaco e dalla cittadinanza e non ritengo di fare una ‘passerella’ – dice la presidente dell’assemblea di Montecitorio stoppando le polemiche – ma mi auguro di poter riportare attenzione su questo tema e di far la mia parte quando sarà il momento”