Un’anziana signora e suo figlio, qualche settimana fa, a Salerno, si sono visti recapitare una “cartella pazza” dell’ICI. Nulla di strano, a parte il fatto che le tasse da pagare non si riferivano al loro immobile.
Nonostante le evidenti prove che la cifra non facesse riferimento alla casa dei due “malcapitati” la Soget, società alla quale l’amministrazione comunale di Salerno ha affidato la riscossione dei tributi non versati, non ha voluto sentire ragioni.
Dopo opportune verifiche il figlio ha notato che la cartella faceva riferimento a un altro stabile appartenente a una donna che aveva lo stesso cognome e data di nascita della mamma, ma differente nome e paternità. Tra le due, peraltro, non c’è neanche vincolo di parentela.
Visto ciò, il giovane decide di recarsi dalla società convinto di poter risolvere la questione in breve tempo, dato il palese errore, e ignaro che di lì a poco si sarebbe imbattuto in un funzionario che, per un eccesso di zelo, nonostante l’evidenza, gli avrebbe creato non pochi grattacapi.
Il “povero giovane” infatti, dopo l’ulteriore rifiuto da parte del funzionario decide di rivolgersi a un tecnico per recuperare ulteriori documenti che comprovino che quello non è affatto il loro immobile. Anche questa volta il funzionario della Soget , nega l’evidenza.
Allo “sfortunato contribuente” non resta che recarsi al Comune di Salerno, al settore Ici-Imu. Stavolta si imbatte in una gentile dipendente che dopo aver ascoltato le sue richieste, nel giro di dieci minuti comprende l’errore e contatta il funzionario della Soget che neanche questa volta si lascia convincere.
Il nostro “povero giovane”, oltre ai soldi già spesi, dovrà purtroppo rivolgersi a un avvocato per far valere i suoi diritti.