Quello che è accaduto l’altro ieri a Salerno, nello stadio Arechi suppongo, avrebbe dell’incredibile se non fosse accaduto in un Paese in cui, ogni giorno di più, la legalità è un optional non richiesto. Un gruppo di teppisti nocerini, cui, per gli incidenti del passato, era stato giustamente impedito dal Prefetto di Salerno di assistere alla partita di calcio, per evitare devastazioni e scontri le cui prime vittime sarebbero stati, come d’abitudine, i tutori dell’ordine (ma sono convinto che lo stesso Prefetto adotterà analogo provvedimento a parti invertite per l’incontro di ritorno, sempre che venga disputato), avrebbero minacciato calciatori e allenatore della propria squadra, costringendoli sostanzialmente a non giocare e a recitare una farsa con sostituzioni e lamentati gravi infortuni a catena, per poter rimanere in sei e obbligare l’arbitro a fischiare la fine dopo appena 21 minuti dall’inizio.
A seguito di ciò, i dirigenti della Nocerina si sarebbero tutti dimessi.
Già questo mi sembrava assurdo, ma stasera ho sentito “tifosi” che attribuivano il comportamento della squadra non a minacce, ma ad uno spontaneo moto di solidarietà nei confronti della tifoseria privata dello spettacolo e, principalmente, il Sindaco di Nocera che sosteneva (minacciato, magari tacitamente, anche lui, spero) le “ragioni” dei “tifosi”.
Arriveranno, e saranno pesanti, le sanzioni della giustizia sportiva e di quella ordinaria, ma sarà tardi, l’immagine che faticosamente le tantissime persone perbene della zona vogliono mostrare è stata compromessa e lo rimarrà a lungo. Inoltre, ammesso che sia importante, ma è l’ultimo dei problemi, chissà se e quando a Nocera si assisterà ad una partita di calcio
Continuiamo a farci del male!
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