“Denunciate, sappiamo che non è facile, ma è possibile. L’ ultima parola è sempre la nostra, non dei mafiosi“. E’ l’esortazione di don Marcello Cozzi, vicepresidente di Libera e responsabile nazionale di Sos Giustizia, in una lettera aperta rivolta agli imprenditori calabresi.
“Negli ultimi due anni, in Calabria – prosegue il sacerdote – attraverso i nostri sportelli Sos Giustizia a Reggio e a Catanzaro, abbiamo incrociato almeno una sessantina di storie; qualcuno ha voluto rimanere nell’ombra con il suo terrore consegnandoci il bagaglio pesante di nomi scomodi, altri ci hanno chiesto una mano dopo che avevano già denunciato e altri ancora ci hanno chiesto di essere accompagnati alla denuncia. E’ il caso di Pietro che quando ci chiese aiuto era terrorizzato, rassegnato, senza prospettive. Eravamo per lui l’ultima spiaggia. Non fu difficile convincerlo alla denuncia. Il resto venne da sé: le indagini, gli arresti, la protezione immediata, e oggi la libertà ritrovata“. “I tanti imprenditori – afferma ancora don Cozzi – vessati in silenzio da quella volgare prepotenza, quei commercianti annullati nel loro intimo da quella feroce presenza, vengano a farsi un giro nei tribunali quando i mafiosi sono alla sbarra, vengano a vedere come si riduce questa gente quando qualcuno li denuncia. Vengano a toccare con mano che fine fanno i lupi che gli sbranano la vita. Certo, sappiamo che non è facile. E neanche semplice. Sappiamo che non sempre i tempi del vostro riscatto coincidono con i tempi delle risposte che giustamente vorreste, ma sui volti di Pietro, di Giovanni, di Paolo, di Tiberio, e di tanti altri, oltre alla fatica degli immancabili problemi intravediamo sempre più marcati i tratti di una dignità ritrovata e di una libertà riconquistata“. “Basta questo – conclude – per dire che si può. Che è possibile. Che l’ultima parola è sempre la nostra, non dei mafiosi”.
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