Si tratta di “una faida nata da burocrati e oppositori, pronti a denunciare solo quando non vengono riconfermati o a soffiare sul fuoco portando fascicoli su fascicoli agli inquirenti, facendo segnalazioni, denunciando il marcio dove il marcio non c’è”.
Sono espressioni di Andrea Franceschi, sindaco di Cortina d’Ampezzo, nel corso della prima presentazione del suo libro “Un sindaco in esilio” in cui si sofferma sulla sua esperienza di primo cittadino prima agli arresti domiciliari e poi con divieto di rientro nel suo comune di residenza a causa di un’inchiesta giudiziaria in corso a suo carico.
Alla presentazione del libro, edito da Marsilio, a San Vito di Cadore, hanno presenziato oltre 350 persone, facendo registrare il tutto esaurito nella sala.
Per Franceschi i responsabili di quanto è accaduto vanno ricercati in “una minoranza di persone che fanno il male di Cortina perché continuano ad attirare la bufera: l’attenzione di Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate e Procura della Repubblica su Cortina D’Ampezzo”.
“Io non voglio – ha concluso – che questa divisione interna continui. Per questo dico a tutti ampezzani: smettiamola di farci del male, smettiamo di far sì che soldi e interessi esterni ci dividano. La nostra è sempre stata una Comunità unita e deve tornare ad esserlo”.