La procura di Caltanissetta ha chiesto di archiviare l’indagine in cui il procuratore di Palermo Francesco Messineo era accusato di avere dato all’ex direttore generale di Banca Nuova, Francesco Maiolini, informazioni su un’inchiesta a carico del manager e di alcuni funzionari dell’istituto di credito; ma è dal Csm che ora potrebbero arrivare guai per il capo dei pm palermitani.
Oggi la Prima Commissione dovrebbe decidere se aprire nei suoi confronti la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità, come ha chiesto il relatore Glauco Giostra (Pd), all’esito di una pre-istruttoria cominciata dopo l’avvio delle indagine penale di Caltanissetta.
Nei mesi scorsi sono stati ascoltati il presidente del tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta e diversi magistrati della procura di Palermo: gli aggiunti Leonardo Agueci, Maurizio Scalia, Teresa Principato, Lia Sava (che intanto è passata alla procura di Caltanissetta e a Palermo era titolare dell’inchiesta a carico del cognato di Messineo, Sergio Sacco per associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione) e Vittorio Teresi; e i sostituti Carlo Marzella e Marco Verzera, titolare dell’inchiesta su Banca Nuova.
L’attenzione dei consiglieri è stata puntata soprattutto sulla gestione della procura da parte di Messineo e sui rapporti interni all’ufficio.
Ed è sulla base di quanto emerso dalle audizioni che la Commissione dovrà valutare oggi se il procuratore abbia conservato l’autorevolezza e il prestigio necessari per restare a capo dei pm; o se invece il suo ruolo si sia indebolito.
Se la Commissione decidesse di aprire la procedura, si avvierebbe una vera e propria istruttoria il cui primo atto sarebbe la formulazione di un’incolpazione a carico di Messineo e la convocazione di un’audizione per consentirgli di difendersi.
Solo all’esito di questi accertamenti, la scelta finale se chiedere al plenum il trasferimento del procuratore o in alternativa l’archiviazione del fascicolo.
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