Bella è un paese della dorsale appenninica, di quelli raccontati spesso da Resto al Sud. Esso è arrampicato nella parte orientale dell’Appennino Lucano, a 662 metri di altezza.
Bella confina con Balvano uno dei paesi emblema del terremoto dell’Irpinia del 1980. Ed è stato quindi teatro di quella tragedia, come è stato vittima dell’emigrazione, quella che per per un secolo a interessato il Sud.
In questi gironi l’Italia si è commossa per il bambino di nove anni, morto nell’attentato in Burkina Faso.
Si tratta di Michel Santomenna, che si trovava nel bar-ristorante Il Cappuccino, di proprietà del padre.
Con lui hanno perso la vita la madre, ucraina e la nonna con la zia.
Michel ere un figlio della Lucania, perché suo padre, Gaetano Santomenna, era emigrato da Bella, diretto in Francia, nel 1975, per poi investire nel campo della ristorazione e trasferirsi in Burkina Faso.
L’amministrazione di Bella si è stretta intorno alla famiglia Santomenna e si è detta pronta ad organizzare una celebrazione per il piccolo e le altre vittime.
Il sindaco ha dichiarato di non conoscere il signor Gaetano, ma come avviene nei paese, i ricordi affiorano alla mente e ricompare quella famiglia emigrata negli anni ’70.
Un amico ha detto di aver visto Gaetano tornare a Bella, con la moglie ed il figlioletto, l’ultima volta, quattro anni fa.
Il premier Matteo Renzi ha contattato direttamente Gaetano Santomenna, per esprimere il suo cordoglio e quello del popolo italiano.
Ora è la Farnesina ad occuparsi di tutte le operazioni di rimpatrio.
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