Da un lato il solerte dirigente pubblico, dall’altro il manager di star musicali di rango internazionale. Da un lato i vincoli per l’utilizzazione di una piazza monumentale, dall’altro un impresario in fuga che minaccia denunce e dice: “Non so se tornerei più qui, forse solo con qualcosa di più piccolo e con un investimento minore”. In piazza Plebiscito a Napoli giace ancora lo scheletro del megapalco che giovedì ha ospitato il concerto di Bruce Springsteen. Il palco della discordia, si direbbe.
Perché proprio mentre gli operai smontano torri e impianti luci, attorno alla struttura su cui si è esibito per tre ore il ‘Boss’ infiamma una rovente polemica.
Al soprintendente ai Beni architettonici, Giorgio Cozzolino, non è piaciuto com’è stato organizzato il tutto, a cominciare dalla chiusura di una piazza pubblica per un concerto a pagamento, e annuncia i nuovi vincoli più severi. Pronta la risposta di Claudio Trotta, manager italiano di Springsteen e altri big: “non sa di cosa parla – dice -. Sto valutando con i miei legali l’ipotesi di una causa”.
E non finisce qui perché il manager musicale approfitta per sfogare malumori che sono tanti, antichi ed equamente distribuiti lungo tutto lo Stivale: “non è più possibile tollerare una burocrazia così volgare – rincara – gente che non ha visione, gretta e ignorante e che è contro lo sviluppo. A Milano ho dovuto pagare 2 volte per il disturbo che i concerti davano ai cavalli dell’Ippodromo. A San Siro si è schiavi di 53 famiglie che vivono vicino allo stadio. Il Paese non può essere perennemente sotto scacco”.
A far saltare sulla sedia il manager sono state in particolare alcune dichiarazioni del sovrintendente. “Dire che un concerto a pagamento tipo quello di giovedì non è un fatto culturale è estremamente offensivo – dice – E poi chi dovrebbe pagarlo uno spettacolo così? Ieri si è anche generata ricchezza per la città e per lo Stato”.
Ma per il soprintendente Cozzolino il problema resta. Le piazze devono essere aperte e i monumenti liberi per il pubblico godimento. “Quale pubblicità migliore – risponde Trotta – del più grande performer del mondo che da qui dice: “Io sono del Sud”. Cosa si deve fare per questo Sud? E lo schifo che c’é in questa piazza non crea fastidio?”.
A dirimere la questione interviene il primo cittadino del capoluogo partenopeo, Luigi de Magistris. “Nel 99% delle occasioni – dice il sindaco – è uno spazio assolutamente libero, ma qualche volta capiterà che per un concerto le persone pagheranno un biglietto”. Ma non basta. Dietro i mal di pancia del manager meneghino, infatti, c’é anche il numero non proprio lusinghiero di biglietti staccati per il ‘Boss’ e la conseguente perdita di soldi per l’organizzazione. Il motivo, Secondo Trotta, è anche questo destinato a sollevar polemica.
“C’è un gap di attenzione, da Firenze in giù la musica internazionale ha una conoscenza e un seguito diverso”.
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