La fantasia certo non aveva fatto difetto al comune di Cicala, piccolo centro di poco meno di mille abitanti adagiato ai piedi della Sila Piccola, nel catanzarese. E se il Governo coi tagli imposti dal pareggio di bilancio, aveva chiuso il rubinetto, il Consiglio Comunale del piccolo centro si era ingegnato e aveva trovato un ottimo sistema per rimpinguare le proprie casse evitando il rosso.
Quale era il sistema? Gli incassi derivanti dal rilancio di 113 licenze per autobus e di 100 licenze di Ncc (noleggio con conducente). Il cui rinnovo annuale, pari a circa 700 euro, unito alle tasse dei deposito, pari a circa 300-400 euro, portava al Comune a un incasso di oltre 250mila euro all’anno. ”Per un comune così piccolo, è una voce attiva di bilancio consistente e sicura, diversamente da quelle che riscuote Equitalia”, ha commentato il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo. Già, perché l’ottimo sistema pare si debba ormai interrompere.
Le licenze rilasciate servivano di fatto a fornire “pezze di appoggio” a noleggiatori abusivi che opera(va)no prevalentemente su Roma, ma anche in Sicilia e in Calabria, dando vita a un vero e proprio sistema di «collegamenti di linea» abusivi. In alcuni causi più licenze erano state concesse a un’unica persona, in altri casi persino ad ignari cittadini.
Un sistema redditizio che è stato disvelato a seguito dell’inchiesta “Licenze Sporche”, condotto dalla Polizia di Frontiera di Fiumicino, Ciampino e del porto di Civitavecchia che, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, ha portato al ritiro di circa 250 licenze irregolari di noleggiatori abusivi, oltre che alla denuncia di 139 persone per i reati di abuso d’ufficio, falso ideologico in autorizzazioni amministrative ed in atto pubblico.
Tra cui, ovviamente, i consiglieri comunali che approvarono le delibere per il rilascio delle licenze e due diverse giunte municipali che all’epoca dei rilasci guidavano la cittadina del catanzarese. L’ex sindaco Giacomo Muraca, sentito sulla vicenda da un quotidiano calabrese, declina responsabilità, rimarcando, invece, la legittimità dell’azione. «E’ un sistema legittimo che ci siamo inventati per far quadrare i conti del Comune, e molti paesi vicini ci hanno copiato. Se la legge non va, allora cambiatela». E per tutta risposta rammenta il machiavellico detto “il fine giustifica i mezzi”: «Quegli incassi sono serviti per costruire scuole, fogne, un’isola ecologica e realizzare servizi per la comunità. A noi comunque non è dato sapere cosa facessero i titolari delle licenze».
Di fatto, «Il danno nei confronti di chi esercita legalmente questa attività», ha sottolineato il Dirigente della Quinta Zona della Polizia di Frontiera, Antonio Del Greco, «è di diversi milioni di euro.
A Roma ora ci sono 1250 licenze di ncc, prima della riforma a colpi di delibere ne circolavano 6000». L’indagine pare quindi destinata a portare futuri altri frutti; da qui l’ammonimento del Dirigente: «A chi possiede licenze irregolari consigliamo di venirci a restituire la licenza, così come invitiamo gli amministratori locali che l’hanno concessa a ritirarla, al momento del rinnovo, onde evitare guai giudiziari e sanzioni più pesanti».
Consiglio Comunale avvisato…