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Il calvario di Lella e Pinuccio, simboli della Bari onesta
13 Lug 2013 09:21

Cari Lella e Pinuccio,

12 anni fa, improvvisamente e vostro malgrado, siete stati chiamati ad incarnare l’immagine di una città che non si arrende e che lotta. La violenza mafiosa vi aveva portato via il bene più caro che due genitori possano avere, un figlio.

Sareste potuti andare via, dicendo addio a una città in cui era stato ammazzato un ragazzo di 15 anni senza che qualcuno avesse visto o sentito nulla, e nessuno avrebbe avuto il diritto di dirvi qualcosa.

Ma non l’avete fatto, avete deciso di rimanere e di combattere contro qualunque ostacolo che impedisse alla giustizia di fare il suo corso, nel nome di Michele. Insieme abbiamo vissuto momenti tremendi, come la richiesta di archiviazione, momenti di soddisfazione, quando finalmente nel 2005 furono arrestati i responsabili della morte di Michele, e momenti di grande speranza, quando il 15 marzo del 2008 centomila persone provenienti da tutta Italia si strinsero intorno a voi e agli altri familiari di vittime innocenti delle mafie in un unico, grande abbraccio.

12 anni fa abbiamo intrapreso un percorso comune, in molti si sono uniti a questo cammino di memoria ed impegno, purtroppo altri familiari di vittime innocenti baresi si sono aggiunti, e adesso, tutti, siamo consapevoli che quanto successo quella maledetta notte, qui in Largo Amendoni, rappresenta un punto di non ritorno. La mafia, qui come nel resto del mondo, prova sempre a rialzare la testa, ma a Bari noi siamo pronti a lottare, lo siamo nel nome di Michele, di Gaetano, di Giuseppe e degli altri caduti innocenti. Siamo pronti anche perché voi non permettereste mai un passo indietro, a Bari Vecchia come nel resto della città.

Il 12 luglio dell’anno prossimo non sarò più sindaco di Bari, ma questo non mi impedirà di certo di rimanere sempre al vostro fianco, da amico e da cittadino. Tra i ricordi più belli di questa avventura straordinaria, porterò con me la vostra emozione nel vedere i campetti di calcio intitolati a Michele. Tutte le generazioni di ragazzini baresi che si divertiranno giocando a pallone sul lungomare lo faranno in un luogo che porta il nome di vostro figlio, di un loro coetaneo, e così la sua memoria si perpetuerà negli anni a venire come monito sulle scelte che ciascuno deve fare.

La vostra speranza ed il vostro coraggio sono stati d’esempio per me e per i baresi onesti, e continueranno ad esserlo perché sono certo che il vostro impegno non si esaurirà mai.


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