La sanità molisana negli ultimi anni ci ha abituato un po’ a tutto, dagli assenteisti agli imbroglioni di varia fattura, ma il caso degli ausiliari al San Timoteo di Termoli ha del paradossale, ma andiamo con ordine.
Gli ausiliari, quelli che una volta erano chiamati “portantini” nei reparti si occupano di tutte quelle mansioni che non toccano gli infermieri, dalle pulizie, alle consegne dei referti nei vari reparti, fino all’accompagnamento dei pazienti in giro per i vari laboratori per gli accertamenti, ebbene al San Timoteo, pur essendo completi in pianta organica, nei reparti spesso e volentieri c’è un solo ausiliario anche per settanta posti letto, e deve sbrigare il lavoro che in base al contratto e alle leggi nazionali, dovrebbero svolgere almeno in tre, in altre parole, ci vogliono tre ausiliari per reparto, mentre oggi, ogni piano ha un solo ausiliario che deve lavorare in tre reparti contemporaneamente, ma perché succede tutto questo?
Semplice, la maggior parte degli ausiliari diventa personale amministrativo, andando anche contro quelle che sono le regole, l’ultimo in ordine di tempo è il caso di un ausiliario che è diventato autista, considerando che anche in questo caso la pianta organica degli autisti dell’ospedale adriatico è al completo.
Come ci riescono? Semplice, basta una denuncia per un motivo qualsiasi contro l’amministrazione sanitaria e per chiudere la bocca ti fanno diventare amministrativo, poi però succede che se c’è qualcuno che ha problemi di salute, e non ce la fa nemmeno a trascinare se stesso, figuriamoci se può spingere un letto dal reparto alla radiologia mettiamo, che non è preso nemmeno in considerazione e deve continuare a fare quel lavoro, oppure, mettersi in malattia perché proprio non ce la fa a fare quel lavoro. Poi però c’è anche chi, ha problemi alla vista certificati dalla stessa ASREM e lavora ai terminali o del CUP o di altri reparti.
Non solo, fino a qualche anno fa soprattutto in questo periodo erano assunti ausiliari a tempo determinato per sopperire sia alle ferie del personale interno, sia all’aumento del carico di lavoro, ebbene quest’anno il numero è passato dai ventidue dello scorso anno ai sette di quest’anno, cinque dei quali sono stati mandati al Vietri di Larino, con tutto il rispetto per l‘ospedale frentano, ma le emergenze oggi si verificano a Termoli maggiormente non a Larino, ma tant’è che la commistione, troppo presente soprattutto negli ospedali del basso Molise, tra politica e dirigenti degli ospedali determina questo stato di cose, e probabilmente, chi in questo momento è un amministratore pubblico, non dovrebbe gestire uffici pubblici di questa portata, ma questa è una semplice riflessione di chi scrive.
Poi c’è quello che possiamo tranquillamente chiamare “scandalo delle reperibilità”, anche qui il paradosso, gli ausiliari “amministrativi” hanno anche la reperibilità, soprattutto notturna ovviamente, per un numero nettamente superiore di giornate rispetto agli accordi sindacali e alle leggi, che tra l’altro non prevede nemmeno la reperibilità per gli ausiliari, infatti, normalmente la reperibilità mensile è pari a sei giorni, ebbene, tra gli ausiliari di Termoli si fanno reperibilità anche di quindici giorni, più del doppio di quelle consentite, e che per loro stessa richiesta vogliono farle solo di notte, mica fessi, il tutto senza che nessuno interviene. Cosi come succede al Vietri di Larino dove le reperibilità sono ballerine come le qualifiche, si passa da muratore a idraulico nel giro di una settimana, con tanto di reperibilità in tasca e sullo stipendio, reperibilità che, ripetiamo, con ogni probabilità non spetterebbe nemmeno.
Chi deve intervenire in questi casi perché non lo fa? Lo spreco nella sanità non è forse anche questo?