Ma ci pensate cosa scriverebbero, ogni giorno, i giornali nazionali, quante ore di tv-denuncia, quanti terroni evoluti a dire: «Anche questo è colpa dei Savoia?», se fossero meridionali gli istituti di credito svuotati dai loro dirigenti, come la Veneto Banca e la Banca Popolare di Vicenza; la Banca di Credito Cooperativo Fiorentino presieduta da Denis Verdini, titolare di una mezza dozzina di imputazioni e una condanna, ammiratore del noto detenuto per mafia, Marcello Dell’Utri; il Monte de’ Paschi di Siena che non bisogna dire è di fatto fallito, anzi!; la Banca Etruria imparentata con il governo (ma il Parlamento, a maggioranza, non ricordo bene se ha stabilito che la ministra Boschi non è figlia di suo padre o che non è un problema, nella Repubblica delle banane, esser ministro e figlia di un amministratore già sanzionato dalla Banca d’Italia e che chiedeva consigli in ambienti massonici, “deviati” ovvio, e paramafiosi, cioè al pregiudicato Flavio Carboni, che aveva rapporti con la cosca dei corleonesi e con la banda della Magliana)?
Parliamo di una razzia continuata e a tappetto dei risparmi di centinaia di migliaia di persone, miliardi di bottino (11, l’equivalente di una legge finanziaria, soltanto fra Popolare di Vicenza e Veneto Banca), gente spogliata dei risparmi di una vita affidati all’Etruria e alla popolare di Vicenza che si suicida e persino il sospetto che qualcuno (il responsabile della comunicazione del Monte de’ Paschi) sia stato… aiutato a farlo; azioni il cui valore passa da circa 63 euro a 10 centesimi.
Ci pensate se fosse dovuto all’incapacità e alla “disinvoltura”, diciamo così, di istituti di credito del Sud, l’allarme del Fondo monetario internazionale (FMI) sul pericolo-banche italiane, con 360 miliardi di euro di “sofferenze”, ovvero soldi prestati e che si possono più o meno considerare persi, al punto che, pur se si invertisse tendenza oggi, si stima che ci vorrebbero vent’anni per tornare al livello del 2008? Ma avete idea di cosa e quanto che leggeremmo sui “giornali nazionali” che da quelle stesse banche “nazionali” prendono ossigeno, in modo diretto o indiretto e devono rispetto?
Gli stessi giornali, gli stessi ambienti bancari, gli stessi salotti della Finanza con politica al servizio che montarono sul nulla lo scandalo-Banco di Napoli, per regalarlo a 60 miliardi di lire alla quasi fallita Banca nazionale del lavoro, che lo rivendette poco dopo a tremila miliardi, mentre lo scandalo dei crediti inesigibili del Banco si rivelava finto, perché i soldi rientrarono normalmente.
Eppure, con quel che sta accadendo, non c’è un dirigente bancario (dico in generale) in galera, o il sequestro dei patrimoni agli amministratori, per recuperare il maltolto; né leggiamo sulla stampa nazionale quelle lenzuolate di indignazione che dovrebbero indurli alla vergogna. In compenso, il fanfarone messo a far finta che ci sia un governo, mentre i suoi padroni si spolpano il Paese, dice che il nostro sistema bancario è sano e minaccia ghigliottina e tortura della ruota contro i “furbetti del cartellino” che timbrano e vanno al supermercato, invece che in ufficio. E tv e giornali sparano a reti e pagine unificate contro questi cialtroni da quattro soldi, trasformandoli nei colpevoli del disastro italiano.
Non meritano difesa i furbetti, ci mancherebbe. Ma proviamo a fare l’elenco dei mali nazionali e vediamo a che posto, nella lista, dopo schiere di indisturbati furboni, vengono questi ladruncoli; e a che posto sono i banchieri che hanno prestato i soldi dei soci “stupidi” e degli ignari correntisti a “prenditori” amici o ben imparentati (incluso il papà del presidente del Consiglio), con tale rigore, che quei soldi sono usciti e, salvo eccezioni, non rientreranno più.
E ora, per fottere qualche altro, dopo i correntisti a cui sono stati impunemente mollati titoli che valgono carta-straccia e soci “stupidi”, sua Eccellenza l’Apparente capo del governo, attraverso un suo “braccio destro”, ha varato norme sull’accorpamento delle Banche di credito cooperativo, con criteri che per caso, si capisce, paiono favorire, secondo i soliti malpensanti, alcune banchette toscane e ben imparentate (ancora! Ecchemaronn…).
La cosa comporterà l’ennesima rapina ai danni del Sud, perché le banche di credito cooperativo meridionali, servendo economie territoriali più piccole di quelle del Nord, più piccole sono; e avendo esposizioni minori, nel senso che la quantità di prestiti erogata è inferiore di quelle del Nord, rispetto ai fondi posseduti, hanno più soldi; mentre quelle del Nord hanno più debiti. Con l’accorpamento imposto dai ladroni del governo, i soldi delle banche del Sud costrette a essere mangiate dalle più grandi del Nord, serviranno a pagare i debiti di quelle settentrionali (non è furto: è abitudine).
Naturalmente, farete fatica a informarvi sulla nuova rapina in corso, perché i giornali di Sua Nullità Matteo e le tv, non solo quella di Stato, serva per statuto e vocazione, avendo le loro migliori forze e il loro tempo occupati a documentare l’intollerabile scandalo dei “furbetti del cartellino” che sta affondando il Paese, non possono anche dedicarsi a queste sciocchezze, giusto?
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