Il 5 febbraio, alla ripresa del processo ILVA, sarò in aula al fianco della Procura di Taranto in rappresentanza della Regione Puglia persona offesa dai reati contestati agli imputati.
Seguiremo il processo con puntigliosa attenzione e sosterremo la Magistratura nel difficile compito di accertare la verità.
Sosterremo tutte le parti civili che avranno bisogno di aiuto per sostenere la durata e la complessità del processo.
Faremo ogni sforzo perchè la fabbrica della morte smetta di mietere vittime, nonostante la sospensione del diritto che deriva dai decreti del governo che non hanno ancora consentito la riambientalizzazione della fabbrica ed anzi registriamo ciò che avevamo considerato prevedibile e cioè la apertura della procedura di infrazione per aiuti di stato in danno del governo italiano che renderà ancora più lento e complicato tale processo. Occorre cambiare strategia e cambiare registro.
Siamo ancora in tempo per farlo decarbonizzando la Puglia e Taranto passando dal carbone al gas nella alimentazione della fabbrica.
Tale passaggio azzererebbe totalmente la pericolosità dell’impianto.
Occorre che i grandi gruppi italiani del gas si pongano il problema di acquistare la fabbrica e riambientalizzarla passando al gas ed al sistema di produzione del cd. preridotto.
Tutto questo è possibile. Basta volerlo.
Altrimenti l’ILVA chiuderà rovinosamente senza che nessuno attutisca la sua caduta perchè mai nessuno acquisterebbe una fabbrica vecchia ed obsoleta che ha bisogno del carbone per funzionare.
Se questa volontà non verrà attuata dal Governo la Regione Puglia non potrà che chiedere l’interruzione della produzione per come essa oggi si svolge.