Ha vissuto rintanato per una settimana rischiando l’arresto, è stato espulso dall’Eritrea, dove insegnava Lettere nella scuola italiana di Asmara dal 6 marzo scorso, e ha perso anche il lavoro, perché omosessuale.
Il docente palermitano Paolo Mannina, un master in Teoria e progettazione didattica dell’italiano come lingua straniera conseguito nella scuola di lingua italiana per stranieri dell’Università di Palermo, spiega che le autorità eritree sono venute a conoscenza del suo matrimonio, avvenuto in Spagna nel 2008, con un ragazzo cileno, e che questo è bastato per definirlo un “individuo pericoloso e potenzialmente destabilizzatore dell’ordine morale e pubblico del Paese”, così come gli è stato riportato ufficiosamente dall’ambasciatore italiano in Eritrea.
La Farnesina ha fatto sapere di aver convocato agli inizi di aprile l’ambasciatore eritreo a Roma per protestare contro la decisione dell’espulsione.
La convocazione è avvenuta prima della partenza del docente dall’Eritrea.
“Sono stato costretto a vivere nascosto – racconta il docente – per circa una settimana, a non frequentare luoghi pubblici, a stare sempre in compagnia di qualcuno, perché rischiavo di essere prelevato dalle Autorità militare eritree e sbattuto in carcere: l’omosessualità è infatti punita ed è punibile dai 3 ai 10 anni di prigione. Nessuno poteva garantirmi che questo non sarebbe accaduto, visto che avevo ricevuto un mandato di espulsione entro 48 ore, con una proroga successiva di una settimana, a seguito delle trattative diplomatiche”.
“L’ambasciata – prosegue – preoccupata di salvaguardare la mia incolumità, mi ha avvertito che, una volta scaduto l’ultimatum, mi sarei dovuto preparare al peggio. Immaginatevi lo stato di prostrazione, di stress emotivo e di paura in cui ho vissuto notte e giorno per una settimana”.
Nell’accordo tecnico sullo status delle scuole italiane in Asmara e del loro personale non viene menzionato – dice la scuola di lingua italiana per stranieri dell’ateneo palermitano – l’orientamento sessuale come elemento per l’attribuzione di un incarico lavorativo presso la scuola italiana in Eritrea. Per questo l’associazione radicale “Certi diritti” ha presentato un esposto al ministero degli Esteri, al ministero degli Interni ed all’Unar per la violazione dei diritti umani e civili subita dal docente palermitano.
Il docente palermitano, intanto, che aveva un contatto con il Mae fino al 30 giugno di quest’anno, si è ritrovato in Italia senza lavoro.
La Farnesina precisa di aver “assicurato la massima collaborazione e assistenza a Mannina non solo nell’immediato per il suo rientro in Italia ma anche per trovare una nuova, adeguata collocazione professionale”, non ancora individuata.
E ha comunque fermamente contestato il ‘non gradimento’ alla attività dell’insegnante rappresentando le proprie argomentazioni a tutela del docente e sottolineando la necessità di tutelare i suoi diritti.