Una rosa non è una rosa, non è una rosa, non è solo una rosa. Contraddicendo la celebre frase di Gertrude Stein, che esaltava la semplicità ed il valore intrinseco del fiore per eccellenza, come se nulla ci fosse da aggiungere per evocarne semplicità, purezza e bellezza, il sindaco di Trani, Gigi Riserbato (Puglia prima di Tutto) punta il dito contro i petali di rosa e di tutti i fiori, vietandone il lancio all’uscita della Cattedrale, una delle mille “Meraviglie” d’Italia. Il divieto è contenuto in un ordinanza sindacale ed oltre ad interessare i petali riguarda anche i coriandoli. Autorizzato invece il più tradizionale e benaugurale riso, che amici e parenti degli sposi potranno continuare a lanciare per far festa a cerimonia conclusa.
Il sindaco della bellissima ed elegante cittadina a nord di Bari non è nuovo a queste iniziative. Già aveva vietato con ordinanza l’ingresso in Comune in abiti ‘troppo essenziali’ e scarpe da mare.
La comunità interdetta si interroga sull’ennesimo provvedimento , che a primo acchito appare come un “capriccio”, avallato dal prete della cattedrale, don Nicola Napolitano. Le ragioni sono invece serie e più che condivisibili. Petali e coriandoli, per via del colore che contengono, deturpano la pavimentazione e le facciate, soprattutto in caso di pioggia. A invito informale dei sacerdoti che celebrano nella Cattedrale, caduto più volte nel vuoto, il sindaco ha sfornato l’ordinanza. D’altronde la cattiva usanza a questa splendida architettura romanica, la cui facciata è in via di ristrutturazione, qualche danno lo hanno già provocato, insieme ai volatili, quest’ultimi destinatari di una vera e propria azione di allontanamento.
La Costruzione della Cattedrale di Trani è iniziata alla fine dell’anno 1000 ed è legata alle vicende di san Nicola Pellegrino. Il materiale con cui è costruita, la pietra di Trani, è un tufo calcareo che assorbe facilmente qualsiasi sostanza. Petali e coriandoli non fanno eccezione.