Si accendono anche i fari della Corte dei Conti sulle regate della Coppa America disputate nel golfo di Napoli. I magistrati contabili si affiancano a quelli della Procura della Repubblica partenopea, con lo stesso identico intento: fare chiarezza su procedure e spese delle world series targate Usa che hanno animato il mare e la città di Napoli nel 2012 e nel 2013.
Che la Corte stia verificando l’eventualità di un danno erariale e che stia analizzando alcune “criticità” delle vicende della Coppa America si evince dal decreto di sequestro del computer notificato nei giorni scorsi al capo di gabinetto del Comune di Napoli, Attilio Auricchio.
I magistrati contabili, in verità, ritengono “assai sospetto” che Venezia si sia aggiudicata la manifestazione pagando diritti pari a un quinto di quelli corrisposti dalla città di Napoli”. Per loro crea sospetto che “nessuna concreta trattativa sia stata avviata dalle amministrazioni locali” che avrebbero “consentito un grave sperpero di denaro pubblico – è scritto nel decreto di sequestro – in particolare fondi comunitari, spesi in dispregio ai principi di economicità, trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione e soprattutto in violazione del principio di libera concorrenza”.
Un nuovo fronte, quindi, sul quale è impegnata la Guardia di Finanza che ha già ascoltato anche il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, che si aggiunge a quello della Procura che ha indagato il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e l’ex Presidente della Provincia, Luigi Cesaro, per illecita selezione di socio privato, reato affine alla turbativa d’asta, per le regate del 2012.
Per Caldoro e De Magistris s’ipotizza anche l’abuso d’ufficio, per l’edizione del 2013. Da giugno sono indagati per turbativa d’asta e truffa lo stesso Auricchio, il fratello del sindaco, Claudio De Magistris, il presidente della Camera di Commercio, Maurizio Maddaloni, l’ex presidente di Acn, Mario Hubner, e il presidente degli Industriali di Napoli, Paolo Graziano (per i pm, “regista indiscusso dell’operazione” Coppa America a Napoli). Da De Magistris e Caldoro oggi sono arrivati, con toni diversi, i commenti all’inchiesta.
“La magistratura è autonoma ma anche la politica è autonoma; io non mi faccio condizionare né dalla camorra, né dalla magistratura nel mio lavoro”, ha detto l’ex pm che non ha esitato a dire che l’amministrazione comunale da lui guidata sta “ricevendo oggettivamente palate di fango”. De Magistris ha rivendicato con forza, per lui e i suoi collaboratori, la totale estraneità alle accuse e ha ammesso un’unica colpa: “aver portato la Coppa America a Napoli” per cui – ha concluso – è “inutile che si faccia il processo, condannatemi, perché di questo vado fiero”. Caldoro si è limitato a dire quello che dice sempre “in tutte queste circostanze: grande rispetto per il lavoro dei magistrati”.
E per le regate ha ricordato il “grande successo” che hanno avuto, “di partecipazione, di pubblico e, soprattutto, d’immagine per la città”.
Lascia un commento