Le chiavi di un ingresso laterale della Reggia di Caserta consegnategli dal prefetto dell’epoca fanno parte del materiale sequestrato all’ex sottosegretario Nicola Cosentino, detenuto nell’ambito di una inchiesta della Dda di Napoli con l’accusa di estorsione e illecita concorrenza.
La circostanza emerge dalla documentazione depositata dal pm della Dda Antonello Ardituro al Tribunale del Riesame che poco fa ha confermato la custodia in carcere per l’ex parlamentare del Pdl. La circostanza è stata utilizzata a sostegno delle argomentazioni difensive dagli avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro.
Secondo una prima ipotesi degli investigatori – ha spiegato l’avv. Montone – le chiavi servivano infatti ad accedere a locali della prefettura dove negli anni scorsi, secondo l’accusa, si sarebbe svolto un presunto incontro, alla presenza di Cosentino, organizzato allo scopo di intimidire un amministratore locale ”scomodo” che non voleva sottostare alle pressioni dell’esponente politico.
Il legale ha sottolineato invece che è stato accertato che quelle chiavi servivano invece ad aprire una porta laterale della Reggia ed erano state consegnate a Cosentino dall’allora prefetto per evitare che rimanesse rinchiuso all’interno dell’edificio quando si attardava a correre nel parco.
L’avvocato Montone ha anche messo l’accento sulle circostanze temporali che, a giudizio dei difensori, contribuiscono a confutare le tesi accusatorie: le chiavi furono consegnate quando Cosentino era sottosegretario e quindi in un periodo successivo all’epoca del presunto incontro in prefettura.
I legali hanno anche evidenziato che dai tabulati telefonici relativi ai telefoni cellulari dell’ex parlamentare si evince che durante il periodo trascorso agli arresti domiciliari, Cosentino non ha avuto alcun contatto con l’esterno: telefonate ed sms sono ripresi solo quando venne revocato il provvedimento di arresti e l’esponente politico tornò in libertà.
Secondo l’avvocato Montone ciò dimostra che anche nel caso dell’ultima vicenda giudiziaria in cui Cosentino è stato coinvolto le esigenze cautelari, tese ad impedire anche eventuali contatti con l’esterno, avrebbero potuto essere assicurate anche in questo caso dalla misura meno afflittiva degli arresti domiciliari.
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