Chi ha messo nelle mani di Andrei Valentin Epure, che aveva la patente sospesa da mesi, il suv Grand Cherokee col quale il ventiseienne romeno ieri mattina ha travolto ed ucciso un bambino di 12 anni, Matteo Battaglia, a Sellia Marina (Catanzaro)?
È questo l’interrogativo a cui stanno cercando di rispondere i carabinieri che attendono anche l’esito dei test per accertare le sue condizioni psico-fisiche al momento dello schianto e che saranno pronti domani.
Risultati che l’uomo attende piantonato in ospedale dopo il provvedimento di fermo emesso nei suoi confronti per omicidio colposo. E mentre i carabinieri continuano ad indagare per chiarire fino in fondo ogni aspetto dell’incidente, non mancano le polemiche sulla pene per chi provoca incidenti mortali sotto l’effetto di alcol o droga o è senza patente. Il vice segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini è tra questi e non usa mezzi termini, sul suo profilo Facebook, per esprimere il suo concetto: ”Alcuni politici vogliono abolire l’ergastolo e combattono per svuotare le carceri, io invece questo schifoso lo metterei ai lavori forzati fino alla fine dei suoi giorni. Non è politicamente corretto dirlo? Chissenefrega”.
Più soft, ma ugualmente critico il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori: ”l’incidente non può essere ascritto ad una mera inosservanza di una disposizione amministrativa, ma ad un elevato indice di devianza che pervade lo stivale con la complicità dello Stato nelle sue fragili funzioni sanzionatorie”.
Andrei Valentin Epure, infatti, aveva la patente sospesa da mesi dopo il ritiro per guida in stato di ebbrezza. Eppure era alla guida di un suv veloce e pesante col quale ha falciato Matteo mentre stava sistemando delle casse di frutta davanti al negozio dei nonni e poi ha travolto e schiacciato un’altra auto, mandando all’ospedale il conducente. L’uomo è in prognosi riservata ma non sarebbe in pericolo di vita.
I carabinieri della Compagnia di Sellia Marina vogliono sapere chi aveva dato a Epure l’auto. Il suv aveva la targa di prova di una concessionaria, e per questo non è assicurato, e sarebbe stato ceduto a una società di servizi. Sui documenti ci sono diversi nomi di persone che i carabinieri sentiranno per capire chi avesse in uso il mezzo e l’abbia affidato a Epure. Domani i test diranno se prima di mettersi alla guida Epure abbia fatto uso di alcool o droghe. Nel qual caso la sua posizione si aggraverebbe decisamente. In ogni caso, per gli investigatori uno dei fattori determinanti dell’incidente sarebbe stata l’alta velocità. Solo così, infatti, si possono spiegare i danni provocati dal suv. In attesa degli sviluppi, a Sellia Marina, situata sulla statale 106, una delle strade più pericolose della Calabria, dove dall’inizio dell’anno sono già morte 20 persone, la rabbia è tanta. Rabbia che si tramuterà in dolore martedì, quando saranno celebrati i funerali di Matteo.