Tutte le Istituzioni politiche e morali del Paese, a cominciare da Napolitano, Renzi e dalla Cei, hanno espresso – giustamente – solidarietà a Don Luigi Ciotti per essere stato “attenzionato” minacciosamente e pericolosamente da Totò Riina (le cui dichiarazioni, che dovrebbero essere segrete, misteriosamente, finiscono sempre sui giornali!).
Ma nessuna Istituzione ha voluto commentare, finora, la rivelazione dello stesso boss di Cosa Nostra secondo cui Berlusconi – “Padre della Patria” per Renzi, nonostante una condanna per evasione fiscale – per anni ha versato all’organizzazione criminale stragista 250 milioni di lire all’anno per essere protetto e non subire violenze varie: per essere, insomma, attraverso il condannato per mafia Dell’Utri, l’estensore politico di Cosa Nostra.
Né le stesse Istituzioni, poi, a tutti i livelli, si attivano politicamente e culturalmente per provocare uno smottamento etico e una reazione rabbiosa che impedisca a questi luridi infami di controllare indisturbati la Nazione e i singoli territori nei quali inquinano l’economia e devastano la moralità pubblica con il loro modello sociale fondato sui ricatti, le intimidazioni e la paura. L’omertà, poi, uccide più delle pallottole. E se non ci ribelliamo i primi complici siamo Noi.
Ciascuno di noi faccia, sempre ed ogni giorno, anche nel proprio lavoro, la propria parte, non voltandosi dal lato sbagliato. Rifiutando i compromessi.
Il Sindaco Decaro vuole dichiarare davvero guerra alle mafie locali? Chiuda immediatamente, con un’ordinanza, tutti i “compro-oro“, le sale giochi, i bar che ospitano le slot machine e i videopoker, le agenzie dove si scommette. Senza coerenza e senza coraggio, senza azioni radicali e pragmatiche, i buoni propositi non servono a niente.
Diventano soltanto mera e mediocre propaganda. E il cambiamento, invocato e desiderato, resta un’utopia. Con la città che precipita ancor più nel baratro della paura e della miseria.
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