Al lavoro subito dopo il parto.
Nonostante il bimbo appena nato, la neo deputata Valentina Vezzali è già al lavoro in difesa delle mamme. Notizia consolante per tutte le mamme italiane, dunque. O almeno così parrebbe, se non si decidesse poi di andare a fondo. Perché allora si scopre che il suo affanno nel raccogliere firme tra una poppata e l’altra riguarda solo un piccolo manipolo di mamme, ma anche di papà, perchenno’. E cioè le deputate o i deputati che avendo un piccolo bimbo da zero a tre anni sono impediti nello svolgimento del proprio incarico perché non si sa come e dove sistemare il pargoletto.
Ora mi chiedo, ma alle mamme comuni e senza privilegi alcuni, chi ci pensa se non il Parlamento, il Governo eccetera eccetera? È perché mai l’On. Vezzali, direttamente coinvolta nel problema, non raccoglie firme per le mamme comuni e in grande difficoltà?
Non potrebbe, come suggerisce una signora di Lecce, pagare un babysitter di tasca propria?
Lo stipendio da parlamentare, come dire, lo consente eccome.
Ci faccia sapere, Valentina. Le mamme italiane hanno bisogno di risposte, e di aiuti concreti.
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