Mi ricordo quando Silvio Berlusconi, nell’aprile 2010, disse che “la mafia era più conosciuta che potente“, a causa delle tante fiction in cui era presente e spesso ‘romanticizzata‘.
Nulla da ridire su quest’affermazione, perché è vero che l’immaginario collettivo attorno a Cosa Nostra risente molto di come tanti sceneggiati televisivi l’hanno raccontata, spesso dipingendo i boss come anti-eroi portatori di valori quali l’onore, il rispetto, la famiglia, ecc.
Come non dimenticare, solo per citarne due, prodotti quali ‘Il Capo dei Capi’ del 2007 o la serie di ‘Squadra antimafia‘. Esempi non presi a caso, perché entrambi prodotti e andati in onda su Mediaset, di cui si conosce l’appartenenza.
E, a distanza di tre anni da quell’affermazione, ancora una volta assistiamo all’esordio di una nuova fiction che ha per protagonista la mafia. Il titolo già dice tanto: ‘Baciamo le mani‘. Protagoniste due donne (Sabrina Ferilli e Virna Lisi) che “dovranno lottare contro la mafia e l’arroganza di un boss unendo le loro forze e mettendo da parte i loro diversi modi di vivere la vita” (da TvBlog). Debutto stasera, alle 21.10, su Canale Cinque.
Da siciliano non posso che essere stanco dell’ennesima serie televisiva che parla di mafia. Sia chiaro, il riferimento non è ai documentari e ai film che raccontano il vero volto della criminalità organizzata dell’Isola (come ‘I CentoPassi‘ di Mario Tullio Giordana del 2000, per dirne uno), ma a quelli che la stravolgono e che abusano del contesto mafioso, spesso caratterizzato da quei luoghi comuni contro i quali ogni giorno in Sicilia stiamo lottando con tenacia.
Fino a quando, infatti, la televisione non la smetterà di rappresentare la mafia in chiave “romanzesca”, i siciliani avranno vita difficile dovunque andranno, come se portatori di una pesantissima spada di Damocle, forgiata con i retaggi culturali.
Perché, se in giro per il mondo ci si imbatte in locali che si chiamano “La Cosa Nostra” (Madrid) o dove si vendono panini con i nomi di Giovanni Falcone e Peppino Impastato (Vienna), la colpa è dell’esportazione romantica della mafia.
Insomma, meglio sintonizzarsi su Raiuno e guardare il film del concerto di Jovanotti. Almeno lì ci si nutre di musica e belle parole, soprattutto d’amore.