A Palermo sono tornate di moda le rapine. Un mix di crisi, povertà e deregulation mafiosa ha fatto schizzare in sù la media di scippi, “fermi” e agguati ai ragazzi che tornano a casa la sera. Poi ci sono le rapine vere, quelle alle gioiellerie, alle banche, ai “Compro Oro”. Aumentano anche quelle. E aumentano esponenzialmente anche i parcheggiatori abusivi, un tempo solo parchimetri umani che ti chiedevano “mi facissi pigghiari un cafè”.
Oggi spavaldi bulli, che non ti chiedono, ti intimano la mancia e a volte la quantificano da soli, pena un copertone tagliato o la carrozzeria graffiata. Ah già, sono aumentati anche i furti di auto e motorini. Con i carri attrezzi fasulli, agganciano le utilitarie in pieno centro e in meno di 24 ore ne fanno un prontuario di pezzi di ricambio. Poi c’è il traffico, narrato da Johnny Stecchino, metafora di problemi che non si vogliono vedere. Eppure è sempre lì. Vorticolo. Come l’ormai leggendaria “munnizza”. Cumuli, lungo le strade.
Ma il comune interviene. E messa mano a carta e penna ecco varata l’ordinanza per regolarizzare la movida. Troppo casino in giro la sera. Troppo caos. Stop alla musica in strada dopo le 2 di notte. Intento lodevole. Palermo è pur sempre candidata ad essere capitale europea della Cultura. E non la cultura non ammette casino. Per regolarizzare tutto il resto, a quanto pare, c’è tempo. Chapeau.
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