Ritorna la fashion guru della tv con la sua missione di far sentire belle ed eleganti le donne italiane. Carla Gozzi è di nuovo in scena su Real time (Sky Canali 124, 125 e in HD, TivùSat Canale 31) con la nuova stagione di Guardaroba perfetto, da domani dal lunedì al venerdì alle 14.30, arricchita quest’anno dalla sezione kids & teens, dedicato alle ragazze dai 6 ai 15 anni ”perché – fanno notare i promotori del programma la classe è un’arte che s’impara da piccole”.
Una trasmissione che prima della messa in onda ha sollevato polemiche. Roberta Zappalà ha lanciato una petizione di raccolta firme (al momento si e’ arrivati a 20.000) per bloccare la versione junior di Guardaroba perfetto su change.org, piattaforma online gratuita di campagne sociali.
Zappalà, blogger che si occupa di tv, ritiene che programma sia ”contrario ad ogni principio (comunitario e non) volto a tutelare i minori nella loro formazione, informazione, crescita e libertà.
È privo di utilità sociale e culturale e mette delle bambine, le loro stanze, i loro vestiti, sotto i fari di uno studio televisivo e sotto l’occhio vigile di una matrona che col dito puntato ordina loro come sia più appropriato vestirsi e per quali occasioni”.
Respinge le accuse Discovery Italia, lo statement ufficiale dell’editore fa notare come sia da sempre ”molto attenta alle proposte editoriali dei propri canali: il Network è consapevole di avere una responsabilità nei confronti del proprio pubblico.
Nello specifico, il canale Real Time offre un tipo di intrattenimento nuovo e non stereotipato, proveniente da culture e paesi diversi, che il pubblico italiano ha dimostrato di apprezzare.
Il programma Guardaroba perfetto Kids&Teens è chiaramente uno show televisivo con una connotazione educational. Attraverso un utilizzo giocoso e divertente del proprio guardaroba, la conduttrice Carla Gozzi aiuta le protagoniste – ragazze normali come le nostre spettatrici – a valorizzarsi, assecondando le diverse personalità e stimolando la fantasia.
L’acquisto di nuovi capi di abbigliamento non è contemplato, al contrario si punta al riutilizzo – in chiave diversa – dei capi di abbigliamento già esistenti nel guardaroba proponendo quindi un modello di comportamento attento al valore delle cose e del denaro, esattamente l’opposto dell’incitamento allo “shopping compulsivo” (come sostenuto dalla petizione)”.
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