I detenuti fumavano droga nelle celle al piano interrato del Tribunale di Bari durante le udienze del processo Libertà. A dirlo è in aula il collaboratore di giustizia Giovanni Amoruso, imputato dinanzi alla Corte d’Assise di Bari insieme con altre 37 presunti affiliati al clan Strisciuglio.
Rispondendo alle domande del pm Desirèe Digeronimo, il 33enne Amoruso ha rivelato che in più di una occasione i detenuti avrebbero fumato hascisc nei bagni del Tribunale, scambiandosi segnali da una cella all’altra.
Amoruso ha fatto riferimento anche alla droga che veniva introdotta nel carcere di Bari dai familiari dei detenuti e scambiata grazie alla compiacenza di un agente, il 48enne Giuseppe Altamura, soprannominato “Cartellino Rosso”, arrestato per queste vicende il 21 giugno scorso sulla base anche delle dichiarazioni dei pentiti.
Dinanzi ai giudici della Corte d’Assise Amoruso ha raccontato poi di un delitto del quale si è autoaccusato, l’omicidio del pregiudicato barese Antonio Chiarolla, ucciso nell’ottobre 2006 con un colpo di pistola in pieno volto in una strada del quartiere Libertà di Bari. Il delitto, ha dichiarato il pentito, doveva essere soltanto un avvertimento.
Chiarolla, infatti, questa la ricostruzione fatta da Amoruso, aveva ricevuto 20mila euro come prestito per acquistare una partita di droga e avrebbe dovuto restituire il denaro con un interesse di 500 euro al mese. Non avendo onorato il debito, Amoruso avrebbe deciso di spaventarlo. Il suo obiettivo era gambizzarlo, non ucciderlo. Al momento dell’agguato, però, mentre Amoruso puntava alle gambe, la vittima si sarebbe abbassata per nascondersi, ricevendo il colpo in pieno volto.
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