Sta letteralmente cadendo a pezzi Villa Zerbi, splendido edificio in stile neogotico veneziano del XIV secolo che sorge sul lungomare di Reggio Calabria.
È stata, fino a pochi mesi fa, uno dei più importanti poli culturali ed espositivi del Meridione. Oggi è elencata tra le ‘‘spese insostenibili’‘ di Palazzo San Giorgio, sede del Comune, dove dallo scorso ottobre si è insediata una terna di Commissari nominata dal Governo, dopo lo scioglimento dell’Amministrazione comunale per contiguità mafiose ed il buco di bilancio che si attesta, secondo gli ultimi calcoli, a 118 milioni. Già dal dicembre scorso la terna commissariale aveva deciso di disdire il contratto di affitto, rinnovato nel 2010.
Cinque anni di locazione a 325 mila euro l’anno. Ma questioni burocratiche e la necessità di restituire alcune suppellettili di proprietà dell’Università Mediterranea hanno ritardato ogni decisione. Ora è ufficiale: dal prossimo settembre, fanno sapere da palazzo San Giorgio, Villa Genoese Zerbi non sarà più di competenza comunale. Il contratto è in via di annullamento.
Per alcuni anni ha ospitato mostre ed eventi di altissimo livello, dalle sezioni della Mostra Internazionale di Arte di Architettura della Biennale di Venezia, ai reperti dell’antico Egitto rinvenuti durante la missione archeologica tra il 1908 e il 1920 con la mostra Egitto mai visto, fino alle esposizioni che hanno celebrato il genio artistico di Gianni Versace, la moda italiana negli ultimi 50 anni, il cinema negli occhi di Tazio Secchiaroli, la ricca esposizione di opere di artisti calabresi curata da Vittorio Sgarbi, la Mostra della Marina Militare e delle Capitanerie di Porto e, per ultima, la mostra di documenti d’epoca e reperti architettonici recuperati dai palazzi del ‘600 e ‘700 della città distrutti dal sisma del 1908.
Difficile oggi immaginare tanti fasti ed altrettanto fascino in un edificio ormai abbandonato e decadente. La facciata, pur rivelando ancora l’antico splendore, mostra evidenti segni di cedimento e di abbandono. Molti fregi che disegnano le delicate e originali linee del palazzo sono in gran parte sgretolati dal tempo e dalla salsedine del mare che è a poche decine di metri. I balconi dei loggiati che si affacciano sul lungomare sono totalmente sgretolati, così come molti cornicioni, le rifiniture del muro di cinta. Solo una delle due dependance è stata restaurata. E’ stato l’unico intervento conservativo effettuato dal Comune per un costo di 55 mila euro. L’altra è ormai quasi uno scheletro.
Gli archi in stile gotico sono rotti in più punti e sbriciolate sono le colonnine che ornavano le balaustre dei balconi. La villa era di proprietà del marchese Saverio Genoese Zerbi. Sorge su corso Vittorio Emanuele III, a ridosso del Lungomare Italo Falcomatà, nell’area dove prima del 1860 vi era l’antica villa in stile barocco dei marchesi Genoese, antica famiglia del patriziato reggino che alla fine del XIX secolo aggiunse al proprio cognome quello degli Zerbi. Distrutta dal terremoto del 1908, la villa fu riedificata con un eclettico progetto redatto dagli ingegneri Zerbi, Pertini e Marzats nel 1915. Oggi Villa Genoese Zerbi da ”opportunità irrinunciabile” è diventata un grave problema.