- A breve sarà pubblicato il decreto
- I requisiti per ottenere le risorse
- Verranno erogati fino a 12 mila euro
Contributi a fondo perduto per discoteche, sale da ballo, night club, palestre e piscine: a breve dovrebbe essere pubblicato il nuovo decreto in Gazzetta ufficiale. Il decreto individua i nuovi beneficiari. La misura, predisposta dai ministeri per l’Economia e lo sviluppo economico, si rivolge alle attività chiuse tra l’1 gennaio e il 25 luglio 2021 per almeno 100 giorni. Per questi ristori, come scrive Il Sole 24 Ore, sono a disposizione 140 milioni di euro stanziati con il decreto Sostegni bis.
Contributi a fondo perduto per le discoteche: modalità di erogazione
Il contributo a fondo perduto sarà erogato direttamente dall’Agenzia delle Entrate sul conto corrente del beneficiario che verrà indicato nell’istanza. Entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto l’Agenzia delle Entrate dovrà emanare le indicazioni sulla modalità di presentazione dell’istanza.
I requisiti
Oltre al fatto di aver chiuso l’attività per almeno 100 giorni tra l’1 gennaio 2021 e il 25 luglio 2021, gli altri requisiti per ottenere il contributo a fondo perduto per le discoteche è quello di avere la partita Iva, svolgere una delle attività contraddistinte da 27 codici Ateco. La priorità di questo contributo è per le discoteche, con un massimo di 25 mila euro a soggetto. Le risorse rimanenti saranno suddivise agli altri codici Ateco (senza click day anche in caso di eccesso di richieste) in questo modo:
- 3.000 euro per chi ha ricavi nel 2019 fino a 400 mila euro (o per attività di nuova costituzione)
- 7.500 euro per chi ha ricavi da 400 mila euro a un milione di euro
- 12.000 euro per chi ha ricavi oltre il milione di euro
In caso di eccesso di richieste si farà un riparto proporzionale delle risorse con un contributo minimo di 3.000 euro a soggetto.
A chi non spetta
Secondo quanto scrive Il Sole 24 ore “sono esclusi dal novero dei beneficiari gli enti pubblici, tutti i soggetti di cui all’articolo 162-bis del Tuir e i soggetti non residenti o non stabiliti nello Stato, oltre alle imprese – diverse dalle micro e piccole – già in difficoltà al 31 dicembre 2019 (regolamento Gber)”.
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